22 Gennaio 2018

Ascensori rotti in Tribunale, tempi lunghi per la riparazione. Il presidente Gratteri: “La centralizzazione delle spese ha complicato l’iter”


Tempi lunghi per la riparazione dei due ascensori del Tribunale, fuori servizio da quasi due mesi. L’intervento necessario non rientra infatti nella manutenzione ordinaria e del caso si dovrà occupare il Ministero della Giustizia, tramite il presidente della Corte d’Appello, con tempi tuttora ignoti. Avvocati, testimoni e personale dovranno così continuare a fare le scale, visto che anche gli altri due ascensori sono guasti da lungo tempo. “La legge che ha centralizzato queste spese sicuramente avrà portato i risparmi che si proponeva, ma da quando della manutenzione non si occupano più i Comuni, c’è un cospicuo ritardo nel procedimento amministrativo – commenta il nuovo presidente del Tribunale Francesco Gratteri -. L’iter adesso prevede che in casi come questo debba sempre intervenire il ministero competente ad autorizzare le spese da parte dei presidenti delle varie Corti d’Appello, i quali per certe materie molto limitate possono delegare ai presidenti dei Tribunali”.
“Oltre alla riparazione degli ascensori – aggiunge Gratteri – il Palazzo di Giustizia avrebbe bisogno di altri interventi: occorrerebbe un appalto ad un soggetto che si occupi in maniera continuativa della manutenzione ma noi non siamo legittimati a farlo”.
Per il potenziamento degli apparati di sicurezza del Tribunale è invece prevista una riunione operativa il 12 febbraio: nei mesi scorsi il Ministero ha previsto uno stanziamento per installare i metal detector ed effettuare dei lavori per ricollocare la guardiania. “Quello della sicurezza è forse il problema più grave del Palazzo di Giustizia: non c’è nessuno strumento che possa prevenire gesti inconsulti – afferma il il presidente Gratteri.
Quanto all’organizzazione degli uffici e al calendario delle udienze, il nuovo presidente del Tribunale sconta il problema già toccato con mano dai suoi predecessori: la carenza di organico di personale amministrativo, che sfiora il 40%. “Se si fossero considerati i due imminenti pensionamenti (a marzo e a dicembre) e le persone applicate altrove, i posti di assistenti giudiziari destinati a Prato sarebbero stati almeno 4, sui 1400 da distribuire a livello nazionale. Invece si è guardato ai soli posti vacanti nella pianta organica e ne arriverà uno soltanto. Le altre due assegnazioni al Tribunale di Prato riguardano due funzionari giudiziari per scorrimento delle graduatorie. Con le forze a disposizione di certo non possono essere rivisti provvedimenti come la riduzione di orario della cancelleria; né possono essere tenute le udienze che sarebbero necessarie per intaccare l’arretrato. Questa situazione impedisce una programmazione ordinata del sistema”.

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