20 Gennaio 2018

Duemila euro di pizzo a settimana: arrestati per estorsione due fratelli VIDEO


Erano arrivati a chiedere anche duemila euro di pizzo a settimana alle proprie vittime i due fratelli arrestati ieri sera dai carabinieri e finiti in carcere con l’accusa di estorsione. Si tratta di Silvano e Vincenzo Bartolo, calabresi ma residenti rispettivamente a Carmignano e Poggio a Caiano, di 49 e 52 anni. Coinvolto nella vicenda anche il figlio venticinquenne di Vincenzo, Bruno, già in carcere dallo scorso dicembre in quanto colto in flagranza di reato mentre intascava il provento dell’estorsione proprio da una delle vittime. L’accusa per i due fratelli è quella di estorsione aggravata ai danni di due imprenditori di Poggio a Caiano. A condurre le indagini il Nucleo investigativo dei carabinieri, coordinato dai sostituti procuratori Valentina Cosci e Laura Canovai. Un’indagine nata da pochi mesi e compiuta in maniera rapida, che ha fatto luce su uno spaccato che andava avanti da molti anni. Le vittime sono due imprenditori poggesi, uno attivo nel settore nelle slot machine e l’altro nella minuteria metallica. Il primo avrebbe pagato il pizzo dal 2010, arrivando a consegnare ai fratelli anche 2.000 euro a settimana; il secondo invece avrebbe iniziato a pagare dal novembre del 2014 e avrebbe dato soldi ai Bartolo per un ammontare di circa 100.000 euro. Alla fine però una delle due vittime si è ribellata a Vincenzo Bartolo, tanto che è nata una colluttazione tra i due. Episodio che ha convinto l’uomo a recarsi dai carabinieri e denunciare. L’altra persona che ha subito estorsioni è stato invece convinto soltanto dopo a denunciare. Sequestrata durante le indagini anche una pistola scacciacani, modificata in modo da sembrare una vera arma.

Ascolta l’intervista al Comandante provinciale dei Carabinieri Marco Grandini.

Si tratta di due vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, entrambi i fratelli erano infatti stati già arrestati nel 2012 con le stesse accuse, ossia rapina ai danni di un imprenditore sempre di Poggio a Caiano. Avevano patteggiato e, mentre Silvano era stato rimesso in libertà avendo terminato la sua pena (due anni), Vincenzo si trovava ancora in regime di detenzione domiciliare, dovendo scontare tre anni e tre mesi.

Sono due le vittime accertate al momento, ma la procura non esclude che possano essere coinvolte anche altre persone. Da qui l’appello a denunciare, a parlare e ad aiutare nelle indagini. “Ci sono diversi elementi che ci portano a pensare che possano essere coinvolti anche altri imprenditori – ha spiegato Canovai -. L’omertà è la precondizione per l’espansione dell’attività criminale. Invitiamo coloro che sono stati taglieggiati a denunciare”.

Ascolta l’intervista al procuratore Giuseppe Nicolosi

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