8 Gennaio 2018

Il Tribunale perde la sezione fallimentare che sarà accorpata a Lucca: lo prevede la riforma all’attenzione del Governo


Il Tribunale di Prato perde pezzi: la sezione fallimentare sarà accorpata al Tribunale di Lucca nell’ambito della riforma del settore. Lo prevede il testo della nuova legge fallimentare già licenziato dalla Commissione Rordorf, che adesso dovrà essere recepito dal Governo tramite i decreti legislativi. L’iter era stato avviato ad ottobre scorso con l’approvazione della legge delega da parte del Parlamento. Una riforma a tempo di record, dunque, che potrebbe depotenziare il Tribunale di Prato, sottraendo tutto il comparto fallimentare per accorparlo alla sezione fallimentare del Tribunale di Lucca.
A lanciare l’allarme, alla vigilia dell’insediamento del nuovo presidente del Tribunale Francesco Gratteri, previsto per domani, è il presidente della Camera Civile degli Avvocati di Prato Duccio Balestri, che prevede “grandi disagi per i cittadini e inevitabili danni per tutta la categoria”.

La notizia arriva pochi giorni dopo un’altra circostanza negativa per la giustizia pratese: l’assegnazione al Tribunale di soli tre cancellieri dei 57 destinati dal Ministero della Giustizia al complessivo distretto toscano, nonostante la maggiore scopertura degli organici patita a Prato, pari al 35%.

“Visto l’intento di parcellizzare il Tribunale di Prato, rendendolo una sede residuale, suffragato dall’assegnazione di soli tre cancellieri sui cinquantasette destinati ai Tribunali toscani, la Camera Civile non può che esprimere il proprio estremo disappunto e preoccupazione in ordine al futuro del nostro Tribunale” – afferma l’avvocato Duccio Balestri.
Ogni anno sono oltre cento le procedure fallimentari seguite dal Tribunale di Prato: tutti i creditori, dipendenti e professionisti coinvolti nelle procedure, se l’accorpamento venisse confermato, dovrebbero fare riferimento a Lucca per avere accesso ai documenti e difendere i propri interessi.

Le tabelle ministeriali che accompagnano la riforma prevedono la riduzione delle sezioni fallimentari dei Tribunali italiani da 140 a 77: in Toscana, manterrebbero questo presidio soltanto Firenze, Lucca, Livorno e Pisa. A Lucca, in particolare, faranno riferimento, oltre a Prato, anche Pistoia. Grosseto sarà accorpata a Livorno e Firenze richiamerà a sé le sezioni fallimentari di Arezzo e Siena.
Un puzzle che è stato composto seguendo i dati di residenza, i quali non tengono conto della mole di procedimenti. “E’ un criterio insensato che, come per le assegnazioni del personale amministrativo, penalizza realtà come la nostra – afferma il sindaco Matteo Biffoni -. Chiamerò il ministro della Giustizia per richiamare nuovamente l’attenzione sul caso Prato. Sul fronte dei magistrati, grazie al coinvolgimento del Csm e al riconoscimento del Tribunale quale sede disagiata, siamo riusciti ad ottenere risultati importanti, ma purtroppo adesso a livello ministeriale si è tornati a valutare i numeri dei cittadini del distretto giudiziario, che non restituiscono una fotografia attendibile del lavoro svolto dagli uffici”.

Dall’opposizione, sulla questione interviene Giorgio Silli, consigliere di Forza Italia: “Raccapricciante per non dire stomachevole il modo che questo governo ha di trattare il distretto di Prato. Anzichè inviare rinforzi al personale del Tribunale, come più volte chiesto a gran voce dai sindacati, il governo preferisce, di soppiatto, togliere una costola fondamentale come la sezione fallimentare, costringendo dunque avvocati, commercialisti e periti pratesi ad un calvario non di poco conto. Prato, la città più industriosa della Toscana, la città con il maggior numero di imprese, si vede scippare un pilastro fondamentale per la giustizia nel nostro distretto. Dire che siamo ‘becchi e bastonati’’ è dire poco”.

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