9 Gennaio 2018

Reperibilità del personale sanitario, Cisl di nuovo ai ferri corti con l’Asl


Continua la Discussione tra il Sindacato Confederale e la Direzione dell’AUSL Toscana Centro riguardo l’incremento dei carichi di lavoro sul personale del comparto della sanità.
“Sono ormai anni che stiamo ribadendo che i carichi di lavoro in sanità sono aumentati a discapito del personale che, in questi anni, a causa dei vari vincoli di bilancio, si è ridotto notevolmente. Basti pensare che il 31 Dicembre sono scaduti alcuni contratti di lavoro a Somministrazione (interinali) che non sono stati rinnovati con la motivazione che dovrebbe entrare a lavoro personale presente nelle graduatorie” si legge in una nota del Coordinamento CISL della ASL Toscana Centro. “Il problema è che il personale, ad oggi, stenta ad entrare in servizio a causa dei tempi pachidermici per lo scorrimento delle graduatorie e se a questo aggiungiamo che, a causa del picco influenzale che in questi giorni sta colpendo la cittadinanza, si è passato un periodo di forte criticità a causa dei molti lavoratori malati ci si rende subito conto che bisogna intervenire urgentemente e responsabilmente”.
“L’intervento che la nostra organizzazione chiede – prosegue il sindacato – è mirato all’adeguatezza del numero di lavoratori tramite assunzioni e stabilizzazioni e non tramite aumento dei carichi di lavoro a mezzo di reperibilità. Questo istituto è ben normato dal Contratto Collettivo Nazionale e l’abuso che questa azienda ne sta facendo sta pressando ancora di più una situazione che, a nostro avviso, rischia di implodere”.

La CISL FP, insieme alle altre Organizzazioni Confederali, per il solo Territorio Pratese, nei mesi scorsi ha consegnato nelle mani della Direzione Generale 213 firme del Personale del Comparto che, “ormai stanco di questa situazione, si è dichiarato contrario alle reperibilità in regime di obbligatorietà, tanto più che da giugno si sta facendo ricorso ai lavoratori dell’agenzia interinale per i quali, facendoli intervenire in prima battuta in caso di malattia improvvisa, l’azienda si è impegnata a garantire una somministrazione di 39 ore lavorative al mese per ciascun lavoratore dell’agenzia”.

“Da settembre ad oggi si sono susseguiti vari momenti di confronto tra le parti ma la risposta aziendale stenta ad arrivare” denuncia il sindacato. “A tal proposito ci domandiamo: se è vero ciò la Direzione Aziendale dice, cioè che le chiamate in regime di reperibilità raggiungono una percentuale inferiore all’1%, qual’è il senso di questa operazione? Non si spendono inutilmente dei soldi che potrebbero essere investiti in altro modo? (assunzioni, per esempio)”.

La Cisl FP fa sapere che oltre le 213 firme già depositate alla Direzione da parte dei lavoratori pratesi, sono in arrivo più 300 firme da parte dei lavoratori della Provincia di Firenze, a dimostrazione che il malcontento riguarda tutti i lavoratori.
Le lamentele del sindacato non finiscono qui. “In questi giorni sono usciti comunicati aziendali riguardo l’attuazione di piani atti ad affrontare il sovraffollamento dei pronti soccorso, piani che, voluti dalla Regione Toscana, ogni ASL ha dovuto approntare per i propri territori e di cui, apparte una generica informativa, le Organizzazioni Sindacali non sono state informate se non dai lavoratori. Gli stessi, messi al corrente dalla direzione, si dicono preoccupati soprattutto dal fatto che qualora attivati per il pronto soccorso, successivamente si manifestasse un’emergenza nel proprio reparto si troverebbero costretti a far fronte ad una situazione gravosa con un livello di attenzione messo già a dura prova dalle ore passate a lavoro, con rischi per gli utenti e per loro stessi”.
Insomma – conclude la CISL FP- “si ha l’impressione che l’azienda voglia farsi bella alle spalle dei lavoratori, ma i lavoratori sono stanchi e non ci stanno più”.

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