A Villa del Palco arrivano le famiglie, si occuperanno di accoglienza degli ospiti, coltivazione dei terreni e di un laboratorio erboristeria


La gestione di Villa San Leonardo al Palco curata dai Ricostruttori nella Preghiera entra nella fase due. A un anno e mezzo dal suo arrivo, la comunità sta per avviare la seconda parte del progetto di rilancio della storica casa dei ritiri spirituali della Diocesi di Prato.

Ai tre religiosi presenti al Palco, padre Matteo Pedrini, padre Guidalberto Bormolini e sorella Patrizia Liva, e ai due «terziari» Silvia e Maurizio, si aggiungeranno due coppie di sposi, che andranno lì ad abitare. Nascerà così una comunità allargata a diverse esperienza di vita, da quella consacrata a quella matrimoniale, pronta per gestire in modo completo e autonomo le due principali attività che da sempre caratterizzano la struttura: l’organizzazione di ritiri e corsi di natura spirituale e il servizio di foresteria.

In particolare saranno le due famiglie e i due terziari a occuparsi dell’accoglienza degli ospiti che arriveranno a San Leonardo al Palco. Tra i progetti c’è anche quello di recuperare i terreni agricoli annessi alla Villa. «La nostra idea – spiega il responsabile della struttura padre Matteo Pedrini – è quella di coltivare i prodotti della terra da utilizzare per la mensa e per il laboratorio di erboristeria che stiamo per allestire. Il nostro stile si rifà a quello delle antiche tradizioni monastiche che hanno nel rapporto con la natura, attraverso attività agricole, uno dei tratti essenziali della vita comunitaria». Con questa nuova suddivisione degli incarichi padre Bormolini, padre Pedrini e sorella Patrizia potranno dedicarsi principalmente all’ascolto e all’incontro con le persone e alla promozione di eventi e iniziative spirituali, teologiche e culturali aperte a tutti.

Questo tipo di organizzazione ha comportato un nuovo assetto all’interno del complesso di Villa del Palco. Si sono così interrotti alcuni contratti di affitto e di utilizzo dei terreni precedentemente stipulati tra la Diocesi e alcuni inquilini. Un passo necessario affinché si potesse dar corso a quanto previsto dal progetto pastorale dei Ricostruttori nella Preghiera che ha sempre previsto l’utilizzo del Palco nella sua interezza.

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