Emergenza scarti tessili, se non riapre il Cassero rischio lievitazione costi per le aziende. Confartigianato insorge VIDEO


Le discariche toscane sono piene, gli scarti tessili non vengono ritirati e le aziende diventano luoghi di stoccaggio improvvisati. E’ la storia che ormai ci raccontiamo da giorni: è la storia degli artigiani del distretto che devono vedersela con la deassimilazione e le problematiche a questa connesse, come ci ha raccontato la titolare dell’Orditura Colzi, in collegamento ieri sera a Parliamoci chiaro, il settimanale di attualità di Tv Prato:

La soluzione – riferisce Roberto Pagliocca, presidente di Programma Ambiente, ospite in studio – sarebbe quella di portare gli scarti pratesi nelle discariche fuori Regione, o addirittura all’estero. Una soluzione che avrà un costo, ovviamente per gli artigiani. La notizia ha provocato la reazione di Emanuele Berselli, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, e di Moreno Vignolini di Confartigianato:

Confartigianato ha formulato la proposta di sospendere temporaneamente la deassimilazione: fino al 1 gennaio 2019, per esempio, utilizzando la pausa per trovare altri luoghi per lo stoccaggio, “in attesa che siano pronti quegli impianti che trasformino questi rifiuti in risorsa”, ha precisato Vignolini. Il sindaco di Montemurlo Mauro Lorenzini, che già aveva espresso il suo disaccordo riguardo ad una eventuale sospensione della deassimilazione quando l’annuncio era arrivato dall’assessore regionale all’Ambiente, ha ribadito ieri sera la sua posizione, affermando al contempo che la responsabilità degli attuali esiti è della Regione:

Lo stesso Lorenzini parteciperà all’incontro del 22 febbraio organizzato da Confartigianato Imprese Prato sul tema della deassimilazione.

Lucrezia Sandri

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