19 Febbraio 2018

Le mani lunghe della ‘ndrangheta in Toscana: giro di fatturazioni false, agli arresti sei imprenditori VIDEO


Quattordici persone agli arresti tra cui sei imprenditori e sequestri di beni per oltre 100 milioni di euro tra Firenze, Empoli e Pisa. Sono i risultati della maxi-operazione condotta dalla Direzione investigativa antimafia, dalla dda di Reggio Calabria e dalla procura di Firenze contro la ‘ndrangheta in Toscana: la nostra regione si conferma terra fertile non solo per le infiltrazioni mafiose ma per veri e propri sistemi che minano l’economia dal suo interno. Un’articolata organizzazione criminale di origini calabresi faceva confluire in conti correnti esteri intestati a società “cartiere” rilevanti somme di denaro da riutilizzare come prestiti di denaro contante a imprenditori conciari toscani, questi ultimi indiziati di essere ben coscienti della provenienza illecita dei soldi, che venivano impiegati per retribuire in nero i dipendenti. Gli imprenditori toscani restituivano ai loro finanziatori calabresi le somme ricevute saldando fatture per inesistenti operazioni di acquisto di pellame: l’Iva era in realtà l’interesse che i toscani corrispondevano per metà ai calabresi, tenendosi l’altra metà per sè. Tutti ci guadagnavano, tranne l’erario, visto che le false fatture venivano contabilizzate e scaricate.
Associazione mafiosa, riciclaggio, autoriciclaggio e usura sono i reati contestati. L’operazione, che ha visto coinvolti anche i Carabinieri e la Guardia di Finanza di Firenze, ha preso il via nel 2014 quando un imprenditore di Empoli denunciò l’incendio della propria auto nonché il sequestro della propria persona da parte di soggetti poi accertati come appartenenti a questo sistema, per non aver restituito nel giro di 24 ore un prestito da 30mila euro maggiorato del 17%.

Ascolta l’intervista al Procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero De Raho

Lucrezia Sandri

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