14 Febbraio 2018

Violenza sulle donne, casi in aumento ma qualcosa sta cambiando: “Ad accompagnare le vittime a fare denuncia sono le figlie adolescenti”


Sono aumentate del 50% le denunce per maltrattamenti in famiglia raccolte dalla Questura nel 2017: 62 i procedimenti aperti per questa ipotesi di reato, a cui si aggiungono 10 denunce per violenza sessuale. Ben 17 i casi di allontanamento dal tetto familiare del compagno violento; due, invece, gli ammonimenti del questore, un provvedimento di prevenzione che in entrambi i casi, per il momento, ha avuto risultati positivi.
Al contrasto alla violenza di genere, la Questura di Prato nel giorno di San Valentino ha voluto dedicare una campagna di sensibilizzazione. L’iniziativa, denominata “Questo non è amore” si è svolta stamani in piazza Duomo, dove è stato allestito un gazebo con materiale informativo e dove i ragazzi delle scuole superiori pratesi hanno potuto incontrare gli operatori impegnati in prima linea nella repressione e nella prevenzione della violenza di genere: il sostituto procuratore Laura Canovai, la dirigente della Digos Nicole Fetto, la dirigente delll’ufficio sanitario medico principale della polizia di Stato Achiripita Vulcano, le responsabili dei centri antiviolenza “Senza veli sulla lingua” e “La Nara”, l’avvocato Costanza Malerba.

A Prato funziona da molti anni il progetto Codice Rosa, che fin dal primo contatto in ospedale fornisce supporto e consulenza alle donne vittime di violenza. E’ un percorso non facile, quello di uscire dalla spirale di vessazioni psicologiche e spesso anche dalla dipendenza economica nei confronti del partner. Alcune donne ritirano la querela o nei casi in cui il reato è procedibile d’ufficio, come i maltrattamenti in famiglia, nel corso del processo ritrattano le loro accuse. Per questo – ha sottolineato il sostituto procuratore Laura Canovai – occorrono indagini complete e testimonianze di persone vicine alla vittima, che magari ne abbiano raccolto le confidenze. “Varie sono le forme di violenza e di prevaricazione, non soltanto fisica, ma pure psicologica, alle quali vi può capitare di assistere, anche nel contesto scolastico – ha detto il magistrato agli studenti – Vi chiedo di essere presenti, trasparenti e di dare il vostro contributo anche a livello giudiziario”.

“Anche noi legali abbiamo un compito delicato e molto importante – ha aggiunto l’avvocato Costanza Malerba -. Quando una donna si rivolge a noi, se il difensore è accorto e sensibile, deve rendersi conto e aiutare la vittima ad uscire da questa situazione. Spesso le donne non hanno possibilità economiche e quindi non è facile sostenerle in un percorso non breve, dalla denuncia al processo, ma è fondamentale contare sulla rete associativa e sulla collaborazione fra vari soggetti, un aspetto che a Prato è presente”.

“La crescita delle denunce può essere letta come un’emersione del fenomeno ed è importante rivolgersi alle nuove generazioni perchè la violenza di genere spesso ha radici nel retaggio culturale e sociale” – ha detto la dirigente della Digos Nicole Fetto. Circa il 70 per cento dei casi a Prato riguarda le comunità straniere, ma la violenza di genere come insegnano molti fatti di cronaca è un fenomeno trasversale a ceti sociali. Eppure ci sono segni di cambiamento, come mostra un caso recente: ad accompagnare una donna in Questura a sporgere denuncia nei confronti del marito violento, è stata la figlia adolescente.

D.Z.

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