8 Febbraio 2018

Secondo il Tribunale di Vicenza Intesa San Paolo non dovrà risarcire gli azionisti truffati da BpVi


Brutte notizie per gli ex azionisti della BpVi: il giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Vivenza ha infatti respinto l’ammissione di Banca Intesa Sanpaolo fra i responsabili civili nel processo a carico di Zonin ed altri cinque ex amministratori e manager dell’istituto di credito vicentino. Una decisione opposta a quella del gup di Roma che nel procedimento “gemello” relativo a Veneto Banca aveva ammesso Intesa SanPaolo, che ha rilevato grazie al decreto la parte sana delle due Popolari Venete, tra i soggetti che potranno essere chiamati a risarcire gli azionisti truffati in caso di condanna degli imputati.
Il gip di Vicenza ha ammesso invece tra i responsabili civili la Banca Popolare di Vicenza in liquidazione, il cui patrimonio – una somma largamente insufficiente a far fronte alle richieste risarcitorie – potrà essere adesso “aggredito” dai legali dei risparmiatori traditi attraverso istanze di sequestro conservativo. Un provvedimento di questo tipo, emesso dal Tribunale vicentino e finalizzato alla confisca in via diretta per un importo di 106 milioni di euro, ha già colpito la Banca Popolare di Vicenza in liquidazione coatta amministrativa nei giorni scorsi.
Adesso gli avvocati Francesco Querci e Francesca Meucci, che assistono una settantina di ex azionisti di Banca Popolare di Vicenza, sono pronti a chiedere il sequestro conservativo della collezione di opere d’arte di Palazzo Alberti, rimasta di proprietà della BpVi in liquidazione coatta amministrativa.
La mancata chiamata in causa di Intesa tra i responsabili civili potrebbe tuttavia essere discussa dinanzi alla Corte Costituzionale: la questione di legittimità costituzionale infatti è sollevata dalle parti civili, fra cui gli avvocati Francesco Querci e Francesca Meucci, che assistono una settantina di ex risparmiatori, i quali nel complesso hanno visto andare in fumo oltre 1 milione di euro di investimenti.
La questione costituzionale sarà affrontata nella prossima udienza, quando si discuteranno anche altre eccezioni fra cui quella, avanzata dagli imputati, di spostare il processo a Roma per motivi di incompatibilità ambientale.

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