15 Marzo 2018

Corsi, offerta di 650.000 euro per l’acquisto di 13 mila scarpe e abiti sequestrati, ma l’aggiudicazione non è definitiva


Un imprenditore italiano ha offerto 650 mila euro, poco meno di 50 euro ad articolo, per acquistare gli oltre 13.000 prodotti della boutique di calzature e abbigliamento Corsi di via Garibaldi. I beni del magazzino – 6.405 paia di scarpe e 6.684 capi griffati – sono finiti all’asta dopo essere stati sequestrati dalla guardia di Finanza, nell’inchiesta che tre mesi fa ha portato agli arresti domiciliari, con l’accusa di auto-riciclaggio di denaro derivante da reati di natura tributaria, i due coniugi cinesi che nel 2015 rilevarono l’attività.
Nelle scorse settimane, sono state una decina, fra cui molti cittadini cinesi, le persone che hanno manifestato interesse e chiesto di poter visionare gli articoli, messi in vendita ad una base d’asta di 500.000 euro.

Alla fine le proposte di acquisto sono state due, da parte di offerenti italiani. L’aggiudicazione non è ancora definitiva: chi volesse superare l’offerta di 650.000 euro, può farlo recapitando una proposta di almeno 715 mila euro (e versando una caparra del 10%), entro 10 giorni all’amministratore giudiziario nominato dal Tribunale, il commercialista Leonardo Castoldi. In tal caso, quest’ultimo sarebbe tenuto a indire una nuova gara a cui potrebbero partecipare anche nuovi offerenti. Per quanto riguarda l’immobile, dopo il sequestro dell’attività, è in corso la risoluzione del contratto di affitto per morosità della Corsi srl. Il fondo potrebbe dunque essere presto disponibile per un nuovo esercizio commerciale.
Il denaro incassato dalla vendita di scarpe e abiti sarà sequestrato ai fini della confisca: l’erario potrebbe così recuperare una parte dell’evasione contestata agli imprenditori cinesi, pari a 4 milioni di euro.
Agli imprenditori è stato sequestrato anche il ristorante cinese Forever all’Osmannoro, che era finito all’asta per 450.000 euro in un secondo lotto a parte, che però non ha ricevuto offerte. Nei giorni successivi alla pubblicazione del bando, l’amministratore giudiziario ha ricevuto comunicazione di uno sfratto eseguito già prima del sequestro del ristorante, da cui dunque ben difficilmente sarà possibile ricavare qualche somma.

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