30 Marzo 2018

I pratesi in centro storico per il «Giro delle sette chiese». Gli scout spiegano la tradizione delle «mazze di san Giuseppe» VIDEO


La tradizione si è ripetuta. Ieri sera, giovedì 29 marzo, tanti pratesi sono andati in centro storico per fare «il giro delle sette chiese», un appuntamento molto amato e sentito.

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria dell’istituzione del Sacramento dell’Eucaristia, sugli altari vengono sistemati in modo suggestivo i tabernacoli. Non si tratta dei «sepolcri», come invece li chiama impropriamente la tradizione (la memoria della morte di Gesù avviene solitamente nel pomeriggio di venerdì) ma dell’altare della reposizione dove viene conservata e adorata l’Eucaristia, Gesù vivo.

La bellezza degli allestimenti, con gli altari solitamente adornati con lumi e composizioni floreali, porta i pratesi a compiere il «giro», una tradizione che resiste nel tempo e dà l’occasione a moltissime persone di fermarsi, anche solo per una breve preghiera o un semplice «segno di croce» in chiesa.

Fu San Filippo Neri, nel ‘500 a rivitalizzare l’antica consuetudine di visitare le sette basiliche papali di Roma la sera del Giovedì Santo, una tradizione che poi si è estesa in molte città. Tra queste anche la nostra Prato.

 

 

Anche la nostra città, per l’occasione, ha una sua piccola tradizione. Quella delle «mazze di San Giuseppe», realizzate dagli scout dell’Agesci Prato 4. Chi ieri sera è stato in centro avrà sicuramente visto molte persone camminare per le strade con i mano un bastone colorato con sopra un fiore di carta. Il perché di questo simbolo è stato spiegato dagli scout nel corso della nostra trasmissione «Parliamoci Chiaro» andata in onda in diretta ieri sera.

 

 

Un’altra iniziativa che ha riscosso molto successo, soprattutto tra i bambini, è stata pensata dall’Azione Cattolica diocesana, il cui gruppo giovani ha ideato un modo particolare di vivere «il giro». In San Domenico, sede dell’associazione, è stata consegnata la carta «passa-porta», un libretto nel quale poter segnare le chiese visitate, come se fosse la «Compostela» del cammino di Santiago.

 

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