Scarti tessili, entro l’estate accordo Ministero-Regione per il riutilizzo. Ma il recupero riguarda solo il 30% dei cascami


Dovrebbe essere vicino l’accordo tra Regione Toscana e Ministero dell’Ambiente per il riutilizzo degli scarti tessili: addirittura, entro l’estate. Così come preannunciato dal Partito democratico in campagna elettorale, a giorni inizierà l’iter legislativo che porterà all’emanazione di un decreto End of Waste, per il quale però occorrono i due anni canonici di tempo per l’approvazione finale. E’ così che, per dare risposta immediata ai problemi degli artigiani del distretto, basterà un accordo tra Regione e Ministero per poter considerare i ritagli tessili un sottoprodotto da avviare ad una successiva fase di recupero. Il percorso prevede dunque che la Regione, dopo le consultazioni di rito con le categorie economiche, ponga formalmente il quesito al Ministero. Se quest’ultimo approva, gli artigiani pratesi potranno immediatamente riutilizzare i cascami (la storia dello stesso distretto pratese lo insegna: nella produzione di nuovi abiti) oppure destinarli alla vendita ad altri soggetti della filiera del tessile, senza attendere l’approvazione finale del decreto. Il recupero riguarderà, però, soltanto alcune tipologie di tessuto, stimate nel 30% delle 50 tonnellate di rifiuti tessili prodotti complessivamente ogni anno a Prato.

In attesa non solo del decreto End of Waste, ma anche del parere favorevole del Ministero al quesito della Regione, le aziende sono costrette a stoccare i sacchi di ritagli all’interno dei propri locali, per i ritardi cronici con cui vengono loro ritirati. Il problema è annoso e l’origine, come ormai noto, è la carenza di impianti di stoccaggio e di discariche per l’abbruciamento finale in Toscana. La soluzione temporanea pare che coincida con l’invio degli scarti in impianti all’estero, come spiega l’assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni: “Siamo a buon punto con la redazione del questo da presentare al Ministero, ma intanto dobbiamo dare una risposta con effetto immediato agli artigiani del territorio: è allo studio un piano che prevede l’invio tramite convogli ferroviari dei rifiuti tessili in impianti fuori Italia, con costi tendenzialmente non troppo alti per le nostre ditte. Il fatto che non ci saranno aumenti di prezzo di rilievo è supportato dal fatto che l’ipotesi è al vaglio dei tecnici competenti”.
Oggi si è tenuto un incontro tra il sindaco Matteo Biffoni, il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, l’assessore regionale Fratoni e i delegati delle varie categorie economiche, che si sono dette soddisfatte della rapidità di reazione delle istituzioni in materia di rifiuti. Giulio Grossi di Confindustria Toscana Nord e Claudio Bettazzi di CNA ribadiscono, al contempo, che è necessario pensare anche alla destinazione finale di quel 70% di scarti tessili che rimarranno al di fuori del circuito di recupero e, quindi, ad un termovalorizzatore. “Non è pensabile che il distretto industriale pratese voglia correre ad armi pari rispetto agli altri distretti europei senza un termovalorizzatore: la competitività delle nostre aziende risulta seriamente compromessa”, commenta Grossi.

Un’altra grande incognita è rappresentata dalla stessa politica italiana: se la Regione preparerà in tempi rapidi il quesito per l’accordo con il Ministero, l’obiettivo può essere raggiunto con il Governo della (ormai) precedente legislatura, con la quale l’intero percorso, seppur a livello ufficioso, era stato avviato. Se verrà impiegato più tempo, si potrebbe avere a che fare con un nuovo Governo, di un diverso colore, forse con diverse priorità. A questo proposito il sindaco Biffoni incontrerà a breve tutti i parlamentari pratesi: “Ci vuole uno sforzo di tutti per il bene del distretto”, commenta Biffoni.

(Foto d’archivio)

Lucrezia Sandri

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