23 Aprile 2018

Biffoni indagato, opposizione all’attacco: “Cerchi in casa propria le responsabilità del disastro Creaf”


L’opposizione va all’attacco sul caso Creaf dopo l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Provincia Matteo Biffoni, con l’ipotesi di reato di concorso colposo in bancarotta societaria (leggi l’articolo).
“L’avviso a comparire recapitato a Biffoni è solo l’ultimo anello di una catena lunghissima che si chiama Creaf” dichiara Patrizia Ovattoni, segretario provinciale Lega, secondo la quale “sarebbe stato strano lasciare fuori dal cerchio degli accusati chi sta guidando la Provincia ormai da quattro anni”. “Anche se le colpe dello sfacelo stanno più a monte – prosegue Ovattoni – è chiaro che anche negli ultimi tempi non sia stato fatto niente di positivo per chiudere questa pagina nera (anzi, rossa) della politica pratese”.
“Biffoni è ormai il factotum del PD toscano ed ha così tante responsabilità e cariche pubbliche e interne al partito che ci chiediamo come possa ancora pensare alla ‘sua’ città. E come figura leader del PD non può certo esimersi dalle colpe di chi ha guidato Prato e la regione in questi anni” conclude il segretario provinciale del Carroccio.

Anche secondo Marilena Garnier, consigliera indipendente recentemente accostatasi alla Lega (leggi l’articolo), “la responsabilità politica nasce da lontano ma è in casa propria che Biffoni deve cercare queste responsabilità: nel proprio partito che l’ha vista consigliere prima, poi parlamentare e sindaco adesso”.
“Non basta giustificarsi per l’aver posto fine ai contributi pubblici decretando il fallimento del progetto” afferma Garnier che accusa il presidente della Provincia: “Pensava forse che 22 milioni di euro senza uno straccio di programmazione non fossero già un aggravio sufficiente per le casse pubbliche? O forse avrebbe dovuto fare l’unica cosa sensata, come ho fatto io, denunciando tutto in Procura senza attendere un anno e mezzo? Adesso che la giustizia si è messa in moto vediamo dove ci porterà e cosa scoprirà su questa scandalosa vicenda” conclude Marilena Garnier.

Sulla vicenda interviene anche il consigliere di Prato Libera e Sicura Aldo Milone: “Credo e ritengo che questo avviso di garanzia Biffoni se lo sia quasi cercato anche perché ha fatto di tutto perché l’amministratore unico del Creaf, d.ssa Calciolari, portasse i libri in Tribunale per avviare la procedura prefallimentare”.
Milone ripercorre poi alcuni passaggi della vicenda Creaf, che è stata affrontata anche nelle commissioni comunali Controllo e garanzia: “La Calciolari, sentita in merito alla situazione del Creaf nella commissione, fece presente che se la Provincia non avesse messo a disposizione del Creaf altri 3 milioni di euro per ultimare i lavori, sarebbe stata costretta a portare i libri in Tribunale” ricorda Milone, il quale prosegue: “Dopo che furono portati i libri in Tribunali, ci fu un’audizione in commissione del sindaco Biffoni per avere notizie sulla vicenda. In quell’occasione feci una domanda al Biffoni con cui gli chiedevo se la Calciolari lo aveva messo al corrente di voler portare i libri del Creaf in Tribunale anche perché, in qualità di sindaco e presidente della Provincia, deteneva il 90% delle azioni. Biffoni rispose negativamente. Cosa molto strana che il socio quasi unico del Creaf non fosse messo al corrente. Chiesi anche se non sarebbe stato opportuno mettere a disposizione i 3 milioni per ultimare i lavori piuttosto che far fallire il Creaf e provocare un buco di 24/25 milioni di euro”.
“Questo – continua Milone – è una dimostrazione di una mancanza di preparazione e anche di una sottovalutazione del problema, nonostante la sua professione. Evidentemente credeva di non essere coinvolto nonostante, in qualità di presidente della Provincia, fosse il socio di maggioranza assoluta. Evidentemente voleva dimostrare di risparmiare 3 milioni dimenticando invece di fare un buco di 24/25 milioni. A questo punto dovrebbe trarne le dovute conclusioni anche politiche” conclude Milone.

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alberto
alberto
5 anni fa

trattasi di “accanimento” terapeutico….fin dall’origine si sapeva benissimo che si trattava di una mera speculazione immobiliare.