9 Aprile 2018

Galleria degli Alberti, Amici dei Musei: “Il ritorno della collezione è merito nostro. Ma la vicenda non è ancora conclusa”


L’Associazione degli Amici dei Musei di Prato plaude al ritorno in città della collezione della Galleria di Palazzo degli Alberti, un tempo di proprietà della Banca Popolare di Vicenza e attualmente in mano ai liquidatori della banca stessa, ma rivendica il ruolo avuto nella vicenda : “Per prima, e con il solo supporto dello Studio dell’avvocato Mauro Giovannelli e di una equipe di esperti e studiosi di storia locale, la nostra associazione ha portato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della “diaspora” della Galleria, e, sempre in solitaria corsa, ha portato avanti le istanze della città depositando un ricorso al T.A.R. affinché fosse posto dalla competente Soprintendenza un vincolo sull’intera collezione; un vincolo in merito alla sua unitarietà e, ancor di più, al suo stretto legame con il nostro territorio, più specificatamente con il Palazzo degli Alberti che per numerosi decenni l’aveva ospitata prima della sua forzosa dispersione”.
La battaglia per far tornare stabilmente la collezione a Prato – va ricordato – è nata grazie alla campagna di informazione del settimanale Toscana Oggi, rilanciata con forza da Tv Prato.
L’associazione degli Amici dei Musei definisce il proprio “un atto coraggioso promosso, fin dall’ottobre del 2014, contro una controparte all’epoca molto forte e influente (l’ex BpVi, ndr), che avremmo auspicato essere stato rafforzato dal supporto di altre istituzioni e/o organizzazioni che avevano nelle proprie ‘mission’ le nostre stesse finalità. Così purtroppo non è stato”.
In sostanza, gli Amici dei Musei sottolineano che “se la Collezione è tornata in città lo si deve principalmente all’esecutività del vincolo giuridico emesso dalla Soprintendenza, che ha decretato come l’insieme delle opere della Collezione fosse da considerarsi un ‘unicum’ non smembrabile, e, al tempo stesso, ha sancito la loro sede naturale nel territorio pratese. Patti, contratti e accordi privati tra alcune delle varie parti in causa (Comune, Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Confindustria Toscana Nord, liquidatori della BpVi e Banca Intesa), succeduti a partire dal gennaio 2017 e miranti a riportare le opere in città, non hanno prodotto alcun vincolo giuridico. Anzi, sono stati sconfessati da una parte degli stessi sottoscrittori (liquidatori della Banca in primis), i quali hanno impugnato dinanzi al T.A.R. il provvedimento di vincolo, di fatto sconfessando quanto precedentemente pattuito. L’unico punto fermo nella vicenda, che ha portato al ritorno delle opere della Collezione, è rappresentato dalla vittoria ottenuta dalla nostra Associazione attraverso le ‘carte bollate’, quelle stesse carte che qualcuno in origine aveva giudicato ‘non appropriate’ per la soluzione dell’intricata vicenda”.
Ma la partita non è ancora conclusa, ricordano gli Amici dei Musei. “Allo stato attuale dei fatti, non tutto si è ancora concluso: pende un ricorso al T.A.R. promosso dai liquidatori della BpVi, un ricorso al Presidente della Repubblica per il solo quadro della ‘Crocifissione di Vincenzo Bellini’ – che qualcuno vorrebbe legato al territorio veneto – e soprattutto è precaria la reale proprietà dell’intera Collezione, ad oggi sul mercato in attesa di una offerta da parte di possibili acquirenti. La stessa possibile fruibilità delle opere da parte della cittadinanza è attualmente un’incognita difficilmente prevedibile, legata agli sviluppi della futura proprietà”.
“La nostra città, se unita e coesa, su tutte queste questioni avrà in mano molte carte da giocare. La partita non si è ancora conclusa, ma certo con il ritorno delle opere della Collezione si è avviata verso una soluzione più favorevole per la nostra comunità” conclude l’Associazione degli Amici dei Musei di Prato.

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