“Il recentissimo rapporto della Fondazione Caponnetto sulla presenza delle mafie in Toscana ha evidenziato un aspetto preoccupante circa gli investimenti effettuati da queste organizzazioni e il numero di mafie presenti in Toscana. Nel rapporto si legge che gli investimenti si aggirano sui 15 miliardi di euro e tra le mafie presenti, oltre a quelle tradizionali italiane, si menzionano quella nigeriana e quella cinese”, così il capogruppo di Prato Libera e Sicura Aldo Milone commenta il nuovo focus della Fondazione, presentato ieri a Firenze. Secondo i dati resi noti dalla Fondazione Antonio Caponnetto, sono 132 in Toscana i gruppi criminali nei cui confronti sono stati eseguiti dei provvedimenti e si stima in 15 miliardi di euro il fatturato della mafia nella nostra regione. “Ce n’è abbastanza – si legge nella nota stampa della Fondazione – per dire che la Toscana è terra di criminalità organizzata ed è in parte colonizzata dalla mafia”. Dura la posizione del consigliere Milone, vice presidente della commissione comunale speciale sulla criminalità, che dice: “Il rapporto parla addirittura di colonizzazione della Toscana e lancia anche un’accusa alla politica che sottovaluta questo fenomeno. È bene ricordare ancora una volta che 15 miliardi di euro, immessi sul mercato, creano un danno incalcolabile all’economia sana di una Regione in quanto lo drogano attraverso una concorrenza sleale e spietata. Per quanto riguarda invece la presenza di nuove mafie, nigeriana e cinese, queste erano già note, e lo conferma anche una recente operazione della Direzione distrettuale antimafia e dalla squadra mobile di Prato – prosegue Milone -. Credo che la costituzione della commissione consiliare speciale sulla presenza di organizzazioni mafiose in città abbia dato una risposta all’accusa lanciata dal rapporto della Fondazione. Spero e mi auguro che questa commissione possa svolgere un ottimo lavoro e dimostrare che la politica non sia insensibile di fronte a questo pericoloso fenomeno che, come già detto, inquina una sana economia con danni irreparabili anche sull’occupazione”.