31 Maggio 2018

Arrestato ex dirigente della Prefettura di Prato: è accusato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi fiscali


Sarebbe ruotata intorno alle figure del viceprefetto reggente dell’Isola d’Elba, Giovanni Daveti, 66 anni, già dirigente della Prefettura di Prato, e a Giuseppe Belfiore, 61 anni (quest’ultimo più volte arrestato per associazione di stampo mafioso ed esponente di spicco di un clan della ‘ndrangheta), entrambi finiti in carcere, l’associazione a delinquere disarticolata oggi dalla Guardia di Finanza livornese – coordinata dal procuratore capo Ettore Squillace Greco – finalizzata alle frodi fiscali e ad altri gravi reati.
In particolare, gli approfondimenti investigativi, spiega una nota delle fiamme gialle, “hanno consentito di rilevare l’attività illecita posta continuativamente in essere da un gruppo criminale, costituitosi a Livorno per commettere frodi fiscali”. Altre sette persone coinvolte sono finite agli arresti domiciliari e tutte le misure cautelari sono state disposte dal Gip del Tribunale di Livorno.
Le indagini, affidate dai pm alla guardia di finanza, hanno sgominato una banda dedita alle frodi fiscali e alla detenzione di esplosivi per compiere intimidazioni e altri reati e sono scattate dopo un controllo per abusi edilizi all’isola d’Elba. I finanzieri indagando hanno scoperto le presunte condotte illecite del viceprefetto, capo dell’ufficio distaccato della prefettura sull’isola, Giovanni Daveti, che risulta coinvolto “in plurimi contesti illeciti, comunque in alcun modo connessi con il ruolo e le funzioni istituzionali ricoperte”.

Secondo la Guardia di Finanza il viceprefetto reggente Giovanni Daveti, arrestato oggi, ritenendosi vittima di una truffa immobiliare, avrebbe inoltre pianificato con un amico livornese una ‘vendetta’, dando incarico a un complice di reperire l’esplosivo da usare contro la vettura di famiglia del suo presunto truffatore. Gli ordigni furono intercettati dalla gdf il 16 novembre vicino al porto livornese in un’auto con a bordo uno degli indagati, arrestato e ancora ai domiciliari: 4 cariche confezionate in modo da essere fatte brillare a distanza con un telecomando.

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