18 Maggio 2018

Br infiltrate, Raf tedesca e depistaggi: Fioroni racconta le verità non dette sul Caso Moro VIDEO


Il caso Moro è composto da una verità «ritagliata», frutto di un compromesso, che ha avuto lo scopo di far uscire l’Italia dagli anni piombo, e da una verità non detta, celata, che avrebbe potuto fare giustizia su quanto è avvenuto durante la lunga notte della Repubblica durata 55 giorni.

Se oggi, quaranta anni dopo il rapimento e l’uccisione del presidente della Democrazia cristiana, possiamo cominciare a capire alcune oscure dinamiche e colpevoli omissioni lo dobbiamo alla seconda Commissione parlamentare d’inchiesta sulla vicenda Moro presieduta da Giuseppe Fioroni. L’ex ministro è stato l’ospite del secondo appuntamento del ciclo promosso da Tv Prato e Toscana Oggi per ricordare la figura umana e politica di Aldo Moro.

Fioroni è venuto a Prato per presentare il libro scritto con la giornalista del Corriere della Sera Maria Antonietta Calabrò che ripercorre i quattro anni di lavoro compiuto dalla Commissione Moro 2. Intervistato sul palco del teatro Borsi da Giacomo Cocchi, il presidente ha parlato per due ore davanti a un folto pubblico, attento e interessato alle documentate ricostruzioni spiegate con precisione da Fioroni. In sala c’erano il vescovo Franco Agostinelli, il vice sindaco Simone Faggi e alcuni membri della giunta comunale.

«Per interrompere la scia di sangue che attanagliava l’Italia, abbiamo dovuto fare una lunga trattativa politico giudiziaria con le Br fin dal luglio del 1979 – ha detto Fioroni – che ha realizzato il pentimento e poi la dissociazione dei terroristi. Questa scelta ha avuto la finalità buona di chiudere con il sangue ma ha “tombato” il terrorismo, circoscrivendo le verità dicibili. E sotto questa trattativa sono finite molte verità che riguardano altri terroristi, i contigui, gli irregolari, il partito armato. In questo modo non si sono conosciute tante verità che solo oggi sono venute a galla».

Fioroni ha ricostruito l’agguato di via Fani del 16 marzo 1978, «quella mattina non c’erano solo le Br ma anche altri terroristi che hanno partecipato all’assalto contro gli uomini della scorta di Moro». Il riferimento è alla Raf, la Rote Armee Fraktion, gruppo terroristico di estrema sinistra della Germania ovest nato negli anni settanta. Ascoltando alcuni testimoni dell’epoca, mai sentiti in quarant’anni, la Commissione ha accertato la presenza di uomini e donne di nazionalità tedesca in via Fani e nel covo di via Gradoli. I lavori di inchiesta presieduti da Fioroni hanno anche rivelato che con molta probabilità prima di andare in via Montalcini, l’unica prigione del popolo, secondo il memoriale Morucci-Faranda, Moro sia stato portato in una palazzina di via Massimi di proprietà dello Ior.

Terroristi tedeschi, il ruolo dei palestinesi, i servizi segreti italiani ma anche quelli russi, americani e la Stasi della Germania est. Chi ha ucciso Aldo Moro? «Il suo rapimento e l’uccisione sono stati compiuti dalla Brigate rosse – ha affermato Fioroni – ma è altrettanto vero che tutti coloro che potevano favorire la liberazione di Aldo Moro, i nostri pezzi di apparato dello Stato, la malavita organizzata e i servizi segreti esteri potevano sapere e non hanno voluto sapere e se sapevano non hanno detto nulla».

Perché proprio Moro? «I nemici dei terroristi non sono coloro che gestiscono il potere, che inevitabilmente finiscono per essere i loro alleati nella idea della rivoluzione e nella costruzione del disagio sociale – ha osservato il presidente Fioroni – i loro nemici sono le persone che pensano, che hanno idee, Moro aveva intuito che era finita la prima Repubblica, quella fondata sulla fase costituente ed era necessario fare un elettroshock della democrazia italiana. Era una idea forte, un pensiero lungo che doveva rigenerare la nostra democrazia. Per questo il riformatore con una idea forte che si trasforma in azione è un nemico da abbattere. Tanto è vero che con la morte di Moro noi abbiamo iniziato un lungo travaglio che ancora non abbiamo terminato».

Il prossimo incontro della serie è in programma martedì 29 maggio alle ore 21, sempre al teatro Borsi con il professor Guido Formigoni e mons. Gastone Simoni. Il tema sarà Aldo Moro, il laico cattolico.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments