Scarti tessili, si aspetta il protocollo Regione-Ministero per il recupero. Pronto intanto il pacchetto europeo per l’economia circolare FOTO


Si stanno mettendo a punto le ultime modifiche al quesito che la Regione ha intenzione di presentare al Ministero per l’Ambiente per avviare gli scarti delle lavorazione tessili ad una fase di vero e proprio recupero. “Dovrebbe essere questione di giorni”, dicono il sindaco Matteo Biffoni e l’assessore Benedetta Squittieri all’unisono, perché il documento che dovrebbe dare le risposte definitive ai problemi degli artigiani sia pronto. Ormai due mesi fa il sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli annunciò che in attesa dell’emanazione di un decreto End of Waste, per la quale occorrono i due anni canonici, la Regione avrebbe portato avanti un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Ambiente per poter considerare immediatamente i ritagli tessili un sottoprodotto e non più un rifiuto. In occasione dello stesso incontro l’ assessore regionale all’Ambiente Federica Fratoni specificò che bisognava fare presto, visti gli esiti delle politiche del 4 marzo e, quindi, l’incertezza di quale interlocutore, al Ministero dell’Ambiente, ci si sarebbe trovati davanti. Eppure, oggi in data 21 maggio, nella sede di Confartigianato Imprese Prato dove si è svolto un incontro con l’eurodeputata Simona Bonafè (Pd) che si è presa a cuore la questione, si è scoperto che il protocollo ancora non c’è.

L’incontro che si è svolto qusta mattina nella sede di Confaryigianato Imprese Prato tra l’Onorevole Simona Bonafè, il sindaco Matteo Biffoni ed esponenti dell’associazione di artigiani, tra cui il presidente Luca Giusti.

“Manca poco”, continua a ripetere Biffoni. “Si spera che…”, si sente dire sia dalla parte degli artigiani sia da quella dei politici: i primi sperano che al protocollo manchi davvero poco, i secondi sperano che il cambio di colore al Ministero non imponga non tanto una battuta di arresto quanto ritardi e lentezze ad un percorso di vitale importanza per il distretto. Perché, in effetti, di tempo non ce n’è più. Moreno Vignolini di Confartigianato lo dice a chiare lettere: i problemi dello smaltimento degli scarti di lavorazione ci sono ancora e pesano sugli artigiani, costretti da mesi a stoccare in azienda. E non sono nemmeno partiti i famosi treni che da Prato dovevano portare i ritagli all’estero. Il 26 marzo l’assessore Fratoni dichiarò che una soluzione del genere era al vaglio dei tecnici per tamponare la situazione fino all’approvazione del protocollo e che non avrebbe comportato un rilevante aumento dei costi per gli imprenditori. Invece pare che quei treni non siano mai partiti per “problemi logistici”, dice Vignolini, e perché “nel frattempo si è trovato posto nelle varie discariche ed è meglio così perché i treni avrebbero fatto lievitare le spese”, spiega il sindaco. Il protocollo di intesa Regione-Ministero consentirebbe di riutilizzare direttamente i cascami nella produzione di nuovi tessuti oppure di destinarli alla vendita ad altri soggetti della filiera del tessile. E intanto l’Europa ha licenziato un nuovo pacchetto sull’economia circolare che ha come primo punto la “prevenzione della generazione dei rifiuti”. “Si tratta di norme rilevanti per un distretto come quello pratese – riferisce l’onorevole Simona Bonafè – perché pone le basi per cui lo scarto di produzione non viene gettato in discarica, con costi sia per l’imprenditore che per la collettività, ma viene considerato materia prima da immettere di nuovo nel ciclo di produzione”. Il pacchetto europeo necessita a sua volta di norme che lo recepiscano in Italia, perché sia valido nel nostro Paese.

Lucrezia Sandri

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