Prato fa scuola in Palestina per il trattamento delle acque reflue


Promuovere il trasferimento di competenze e buone pratiche nella gestione del territorio in un’ottica di cooperazione, è questo l’obiettivo del progetto Waste Water Palestine (WWPAL) che con la prima missione in partenza a settembre permetterà a personale di Publiacqua, Gida e Pin, con la supervisione dell’amministrazione comunale, di recarsi nei territori palestinesi per fornire le proprie competenze sulla gestione delle infrastrutture per il trattamento delle acque reflue. A presentare il progetto questa mattina in Palazzo Comunale il sindaco Matteo Biffoni, l’assessore alla Cooperazione Monia Faltoni, il vice presidente di Water Right Foundation Oliviero Giorgi, Alessandro Brogi presidente di Gida, il direttore di Autorità Idrica Toscana Alessandro Mazzei, Enrico Banchelli del Pin, Stefano Fusi di ANCI Toscana e il presidente di Confservizi Cispel Toscana Alfredo De Girolamo. Il Comune di Prato è l’unico comune toscano ad aver ottenuto i finanziamenti dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), l’ente nazionale preposto a promuovere iniziative di cooperazione internazionale con il quale il 7 marzo è stata ufficialmente sottoscritta la Convenzione per dare il via all’iniziativa Waste Water Palestine. Il budget complessivo è di 910.000 euro. Il finanziamento da parte dell’AICS è pari a 728.000 euro, circa l’80%. 182.000 euro sono invece a carico dell’Amministrazione comunale e dei soggetti partner. Il legame della Toscana con la Palestina è storicamente noto, come ha fatto notare il direttore di Autorità Idrica Toscana Alessandro Mazzei. È infatti già dal 2013 che la Toscana supporta la Palestina sui temi idrici.

«Tra i tanti problemi che affliggono la Palestina, l’inefficienza del sistema idrico costituisce una parte abbastanza rilevante» ha commentato il sindaco Matteo Biffoni.- «Il nostro obiettivo è esportare le competenze delle eccellenze del territorio sperando di poter così contribuire ad appianare almeno una minima parte delle tensioni del territorio palestinese». Il piano di lavoro, di durata biennale, prevede in un primo momento l’analisi effettiva della situazione e l’assistenza alla redazione del piano delle acque reflue in Palestina, la formazione allo staff delle aziende membri dell’Associazione dei Fornitori del Servizio Idrico Palestinese, l’invio in loco di tecnici altamente specializzati e l’approfondimento in aree pilota, al momento individuate nelle città di Nablus e Jenin, situate nella parte nord della Cisgiordania. «La prima missione partirà ufficialmente a settembre, quando gli enti partner invieranno in Palestina i loro operatori e tecnici altamente specializzati, e ogni missione durerà una o due settimane» ha puntualizzato l’assessore Monia Faltoni. «L’iter per arrivare a vedere la partenza del progetto è stato molto impegnativo, ma come Amministrazione siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo per un progetto così importante».

All’interno di questo ambizioso progetto ne rientra però – fuori appalto – anche un altro. Il sindaco Biffoni ha infatti annunciato che una minima parte del finanziamento, circa 20 mila euro, verrà destinato al restauro della Colonna di Santo Stefano all’interno della Chiesa della Natività di Betlemme, nell’ambito del grande piano di restauro da tempo in atto nella Basilica e del quale si sta occupando la ditta pratese Piacenti Spa: «Visto il legame particolare della città di Prato con Santo Stefano, come amministrazione comunale ci siamo sentiti in dovere di contribuire a ridare nuovo lustro ad un patrimonio storico che in parte ci appartiene e fa parte della nostra storia».

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