26 Luglio 2018

Astri chiede alla Regione un tavolo di lavoro per la modifica della normativa sul tessile riciclato


Un tavolo di lavoro per discutere delle modifiche e i correttivi da apportare alla normativa vigente per fare in modo che alle aziende del territorio che operano nella filiera del riciclato non debbano fare i conti con la stringente normativa sui rifiuti. La richiesta è stata indirizzata oggi all’assesore regionale Stefano Ciuoffo, facendo seguito a un incontro che si è svolto questa settimana presso la Regione con i vertici di ASTRI per parlare della situazione di un settore che rappresenta l’identità del distretto.
“Dobbiamo riuscire a fare chiarezza, perché noi non lavoriamo rifiuti, ma prodotti che possono essere riusati e riciclati, evitando l’uso di risorse vergini e l’impatto ambientale dell’incenerimento in discarica – commenta Fabrizio Tesi, presidente di ASTRI – L’assessore Ciuoffo si è mostrato disponibile a impegnarsi per aiutarci a rimuovere quegli ostacoli soprattutto burocratici e normativi che rendono molto complicato portare avanti la nostra attività, aiutandoci a portare le nostre istanze di fronte a chi può intervenire sulla normativa. E’ in gioco la sopravvivenza del settore, perché ci sono aziende che hanno grande difficoltà ad andare avanti in questo contesto”.
Secondo un’indagine svolta da Astri, nel 2017 nel distretto di Prato sono state trasformate 142 milioni di kg di materie prime tessili seconde: è infatti proprio questa la definizione che secondo Astri è la più adeguata a qualificare il i prodotti che vengono trattati a Prato. “Noi lavoriamo materie prime tessili seconde, non rifiuti e dobbiamo impegnarci perché ci venga riconosciuto un ruolo virtuoso in quello che facciamo. – continua Tesi – Le nostre aziende sono visitate ogni giorno da brand e studenti che vogliono conoscere il nostro ciclo di lavorazione, un esempio straordinario di economia circolare”.
La lettera all’assessore Ciuoffo è stato anche accompagnato da un documento che descrive quali sono i punti critici dell’attuale normativa, un rebus che nemmeno il Tribunale di Firenze è riuscito a risolvere: in una sentenza dello scorso marzo si afferma che “a Prato è molto comune la produzione di un filato “rigenerato”, cioè proveniente dal riutilizzo di prodotti tessili pre e post consumo. Nel dettaglio, l’attività posta in essere doveva essere valutata come vendita di sottoprodotti e non di rifiuti dal momento che: vi era la certezza del riutilizzo, trattandosi di un operatore professionale; non vi era danno ambientale; non occorrevano lavorazioni al di là della normale pratica industriale”.
ASTRI è l’associazione italiana per il tessile riciclato che opera da un solo anno, ma che ha raccolto l’adesione di 160 aziende del territorio. La finalità dell’associazione è innanzitutto quello di promuovere il riciclato come lavorazione tipica del territorio, impegnandosi anche per rimuovere gli ostacoli che ad oggi incontrano le aziende che operano in questo settore.

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