Decreto dignità, Confindustria Toscana nord: “Rischio cortocircuito che non crea posti di lavoro”. Per la Cgil è la direzione giusta VIDEO


Dal mondo dell’imprenditoria e dell’artigianato si levano voci critiche sul Decreto Dignità, la misura emanata dal governo a guida Cinque stelle-Lega in materia di lavoro. La parte del pacchetto di provvedimenti che sta facendo più discutere è quella relativa ai contratti a tempo determinato: mensilità ridotte da 36 a 24 mesi, rinnovi contingentati, caricati ciascuno di uno 0,5% contributivo in più e sottoposti a causali, a meno che non si tratti di contratti stagionali. L’obiettivo dichiarato è quello di mettere una stretta ai rapporti di lavoro a termine e di dare una spinta a quelli stabili. Eppure – sottolineano gli industriali, tacciati dal ministro Di Maio di fare “terrorismo psicologico” -, facendo costare di più alle aziende il lavoratore a tempo determinato, si rischia un effetto volano.

Ascolta l’intervista a Marcello Gozzi, direttore di Confindustria Toscana Nord

Tutto quello che irrigidisce il mercato del lavoro, non fa aumentare i posti, precisa Gozzi, che dà un giudizio sostanzialmente positivo del Jobs act, nemico giurato del nuovo governo: secondo i dati dell’Inps diffusi da Confindustria Toscana nord, a Prato tra il 2014 e il 2016 ci sono stati 3.544 lavoratori dipendenti in più. Gli industriali chiedono dunque di non tornare indietro rispetto alla strada delle riforme per intraprendere quella dell’inflessibilità. Posizione condivisa da Luca Giusti, presidente di Confartigianato Imprese Prato, che giudica positive le norme sulle delocalizzazioni:

Il Decreto Dignità piace alla Cgil, che vede i provvedimenti come il primo passo verso un modello di sviluppo che fino ad oggi non ha dato sufficienti garanzie ai lavoratori, come spiega Manuela Marigolli:

Per Rossella Bugiani, segretario della Cisl Prato e Pistoia, sarebbe stato meglio affidare le causali alla contrattazione aziendale, in modo da venire incontro alla fisiologica flessibilità richiesta dalle aziende e alle esigenze dei lavoratori:

Lucrezia Sandri

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