E’ stato condannato a quattro mesi di reclusione per il reato di odio razziale, il poliziotto che nell’estate del 2016 scrisse offese e insulti razzisti nei confronti della vedova di Emmanuel Chidi Namdi, il richiedente asilo nigeriano ucciso a Fermo il 6 luglio di due anni fa, e nei confronti dell’allora presidente della Camera Laura Boldrini. Frasi ingiuriose scritte su Facebook sotto falso nome, per le quali il poliziotto, in servizio alla Questura di Prato, venne sospeso ai sensi dell’articolo 92 del testo unico degli impiegati civili dello Stato.
Mi chiedo come mai quando sono stati arrestati i ginecologi dell’ospedale di Prato sono comparsi subito nome e cognome prima che costoro abbiano subito un processo ed una eventuale condanna e per il signore di cui parla l’articolo, che è stato gia’ condannato al termine di un processo, si fa riferimento al fatto che fosse un poliziotto in servizio alla questura di Prato senza declinarne le generalita’ Non è che io ci tenga a conoscere l’identita’ di questo signore, anzi direi che non averne rivelato pubblicamente l’identita’ mi sembra un atteggiamento rispettoso e condivisibile, mi chiedo tuttavia quale siano le regole e le motivazioni legali o non per cui uno puo essere “sputtanato” mediaticamente ed un altro no.