Alluvione in India, giorni di apprensione per le suore di Iolo: adesso sono tutte in salvo. Ingenti danni a una comunità


Sono state giornate di apprensione per le suore domenicane di Santa Maria del Rosario di Iolo, che da anni si trovano in missione in India. Le piogge monsoniche hanno causato diverse frane e straripamenti, in particolare nello stato indiano del Kerala, dove si trova la diocesi di Cochin, sede di alcune delle missioni delle suore di Iolo. Il Kerala ogni anno viene attraversato dai monsoni, ma quest’anno le piogge sono state particolarmente violente. Le alluvioni hanno causato un disastro senza precedenti con migliaia di villaggi distrutti, oltre 400 morti e più di un milione di sfollati.
Tutta la comunità presente sull’isola di Kothard, dove le suore hanno dato vita a una scuola per l’infanzia e un ostello per ragazze sole, è stata evacuata. Il convento e le altre strutture sono state completamente invase dall’acqua e dal fango e tuttora sono inagibili. Stanno bene anche le due suore che si trovavano fuori dal convento per partecipare ad un corso di formazione, suor Mary Grace e suor Remani. Le due sorelle si sono dovute rifugiare al secondo piano dell’edificio dove alloggiavano, invaso dall’acqua.  “Ci sono state delle vittime, loro invece sono riuscite a resistere in attesa dei soccorsi. Adesso si trovano al sicuro e stanno bene” fa sapere suor Marinella, che da Prato ha mantenuto i contatti con le sorelle presenti in India. Le suore hanno dato ospitalità a circa 400 persone sfollate rimaste senza casa che sono state accolte all’interno della scuola di Vaduthala, scampata all’alluvione. “La situazione sta lentamente migliorando da un punto di vista meteorologico, ma prima di tornare alla normalità ci vorrà del tempo visti gli ingenti danni” racconta ancora suor Marinella. Per fortuna non manca lo spirito di solidarietà. La comunità di Bangalore, una delle dodici gestitedalle suore domenicane di Iolo, in India dal 1968, ha effettuato una prma raccolta di generi alimentari e di prima necessità da inviare alla comunità di Kothard, messa in ginocchio dall’alluvione.

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