Demolizione ospedale: previsti un anno di lavori e 104 camion al giorno in via Cavour


E’ tornata a riunirsi stamani la commissione di gara della Asl Toscana centro che dovrà aggiudicare i lavori di demolizione dell’ospedale Misericordia e Dolce. I lavori di analisi delle offerte tecniche sono così ripresi dopo che il Tar della Toscana ha accolto il ricorso e riammesso uno dei partecipanti alla gara: il raggruppamento temporaneo delle imprese Varvarito Lavori, Eureka e Idea, precedentemente escluso dalla stessa commissione di gara per motivi formali legati alla presentazione dell’offerta (leggi l’articolo). Nei prossimi giorni i lavori della commissione procederanno per l’analisi delle offerte economiche e per l’aggiudicazione provvisoria. Il cantiere, dopo numerosi slittamenti e salvo nuovi ricorsi, potrebbe dunque aprirsi a ottobre.
E’ un’opera imponente, la demolizione del Misericordia e Dolce: tre blocchi la cui costruzione è a cavallo tra gli anni Sessanta e Ottanta, un complesso di 170.000 metri cubi che lascerà spazio al Parco centrale di Prato.
Il costo dei lavori di abbattimento, che dureranno 336 giorni, è fissato dalla gara in 5 milioni e 673.000 euro, di cui 581.000 euro per opere ed impianti di bonifica e protezione ambientale. Il progetto della demolizione indica modalità di lavoro, tempi e sistemi per ridurre le polveri, in un’area, in pieno centro storico, densamente popolata e con molteplici ricettori sensibili. Sarà necessaria una deroga acustica del Comune di Prato, visto che il cronoprogramma di lavori della Asl prevede il doppio turno di lavorazione, dalle 6 del mattino alle 22, con cantiere aperto anche di sabato.
E’ stimato un andirivieni di mezzi pesanti in via Cavour, per il trasporto di detriti e macerie verso le aree adibite a discarica, di circa 104 mezzi al giorno (52 in entrata e altrettanti in uscita), ovvero 4 autocarri all’ora nella fascia diurna.
I lavori inizieranno con la rimozione selettiva del materiale da avviare a recupero (infissi, pavimenti, impianti, ascensori, porte tagliafuoco, arredi), per poi procedere con la demolizione vera e propria, a partire dal quarto mese, tramite gru e pinza meccanica di frantumazione.
Capitolo a parte, la rimozione dell’amianto e di altre fibre potenzialmente cancerogene, la cui presenza è stata confermata dalla campagna di 55 saggi strutturali eseguita sui tre edifici da demolire. I rilievi hanno mostrato la presenza di materiale isolante contenente amianto in matrice friabile nelle guarnizioni e coibentazione di tubi, rivestimenti di serbatoi, nelle pasticche del sistema frenante degli ascensori, che in tutto sono 28. Amianto in matrice compatta è stato trovato in coperture, lastre e serbatoi. Il piano di demolizione della Asl impone precise misure di sicurezza per la rimozione dell’eternit.
Per limitare l’emissione e innalzamento di polveri sottili pm10 derivanti dalla frantumazione delle strutture, sono inoltre indicati alcuni accorgimenti: la frequente umidificazione, l’utilizzo di un cannone nebulizzatore, la presenza di barriere antipolvere con teli (di dimensioni 5 metri per 10) sostenuti da apposita autogru, una stazione di lavaggio ruote all’uscita delle aree di cantiere e barriere e teloni di protezione per “proteggere” le abitazioni circostanti dagli effetti del vento sui cumuli di macerie.
Sono previsti tre punti di monitoraggio per la misurazione delle polveri, centraline di rilevamento del rumore causato dal cantiere e una stazione posta alla base delle mura storiche per il monitoraggio delle vibrazioni.

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