1 Agosto 2018

Marini (Confindustria): “Decreto dignità lesivo per tutte le imprese. Solidarietà a Silli, ma perchè pensa solo ai terzisti?”


“Il decreto dignità non è un passo avanti per il mondo del lavoro italiano: è un passo indietro, perché introduce irrigidimenti che ostacolano le dinamiche delle relazioni industriali e favoriscono la precarizzazione”. Così Francesco Marini, coordinatore del Gruppo produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, interviene sul provvedimento del Governo Lega-5 stelle in votazione alla Camera.
“Fa bene il nostro presidente confederale Vincenzo Boccia a ribadire costantemente che si sta imboccando una strada sbagliata, destinata a interferire negativamente su una ripresa dell’economia nazionale che è apprezzabile ma insufficiente – continua Marini – Bene quindi anche che i parlamentari pratesi Giorgio Silli ed Erica Mazzetti abbiano proposto emendamenti al provvedimento, che comunque, semplicemente, non andava fatto. Dispiace che a Silli non sia stato permesso di esprimere pienamente in Parlamento la sua posizione: ha la mia solidarietà e vicinanza. Perché però limitare gli interventi correttivi, ora e magari in futuro, alle sole imprese terziste?
I problemi che pone il decreto investono tutte le imprese. L’obbligo di indicare le causali nei contratti fino a 24 mesi genererà conflittualità e contenziosi; la limitazione dei contratti senza causali a 12 mesi rischia di favorire il turn over dei lavoratori; l’aumento dei costi dei licenziamenti scoraggia le assunzioni a tempo indeterminato. Il risultato per le imprese e per i lavoratori è maggiore incertezza e minori possibilità di creare e mantenere posti di lavoro stabili e qualitativamente soddisfacenti. E questo sebbene il manifatturiero, che a Prato ha una delle sue roccaforti, sia il macrosettore che garantisce maggiore stabilità.
La filiera pratese è un’unica catena produttiva in cui tutti risentono di tutto ciò che colpisce anche una sola fase. Una catena in cui, peraltro, non sempre è facile distinguere in maniera netta il lavoro in proprio e conto terzi.
Ottima cosa che si cerchi di limitare i danni del decreto dignità: ma l’invito a tutte le forze politiche è che si ripensi radicalmente alla materia e che questo accada a beneficio di tutte le imprese, terziste e non.” Conclude Francesco Marini.

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