30 Agosto 2018

Smaltimento liquami, sistema al collasso: gli operatori del settore incontrano il sindaco


L’emergenza nello smaltimento dei liquami, scaturita un mese fa dalla sentenza del Tar della Lombardia, a Prato continua a preoccupare gli operatori del settore non è stata risolta dall’ordinanza della Regione Toscana del 3 agosto. Il provvedimento ha individuato 4 discariche (il Cassero a Serravalle Pistoiese, Gello a Pontedera, Casa Rota a Terranuova Bracciolini e Scapigliato a Rosignano Marittimo) che per 4 mesi dovranno accogliere, in via d’urgenza, ciascuna 1.800 tonnellate di fanghi al mese provenienti dai depuratori civili della Toscana. Fra quelli autorizzati a portare i liquami in discarica, previo pre-trattamento, non c’è il depuratore di Gida, che effettua il servizio per gli spurghisti pratesi. Questi ultimi, da oramai un mese, hanno potuto soltanto effettuare piccoli stasamenti, subendo una drastrica diminuzione del lavoro. Adesso, con il ritorno dei pratesi dalle vacanze, la riapertura delle scuole e l’accumulo dei servizi non effettuati in agosto, la situazione già al limite, potrebbe precipitare con pericoli di tipo ambientale e sanitario. Ieri alcuni operatori del settore, che hanno dato mandato all’avvocato Monica Caioli di salvaguardare i loro interessi, hanno incontrato il sindaco Matteo Biffoni. Gli spurghisti hanno illustrato al sindaco le difficoltà anche economiche, per l’impossibilità di far lavorare le aziende a pieno regime e di rispettare gli appalti con conseguenze anche occupazionali.
L’incontro è stato chiesto dalle tre principali aziende che servono il territorio, la Durgoni, la Cristal spurgo e Lo spurgo: “La scomparsa di Peppino Durgoni ha colpito tutti noi e in un primo momento avevamo anche ipotizzato di rimandare l’incontro, ma anche nel rispetto del suo lavoro e in accordo con gli spurghisti abbiamo ritenuto che fosse giusto non perdere nemmeno un giorno su un tema così importante”, ha sottolineato il sindaco Biffoni.

Le imprese di spurgo più attive nella nostra provincia conferiscono a Gida circa 100 tonnellate al giorno, ma l’azienda a oggi ha dovuto ridurre dell’80% la propria attività di liquami ricevuti su gomma. “Non potendo a nostra volta conferire agli impianti lombardi dobbiamo trovare altre sedi, anche all’estero, con grande difficoltà e aumento dei costi – ha sottolineato il direttore di Gida Simone Ferretti, presente all’incontro con il Presidente Alessandro Brogi -. Questa settimana Gida ha riaperto alle aziende di spurgo un quinto del prossimo potenziale, la metà a partire dai prossimi giorni, ma sappiamo che non sarà sufficiente”.

“Non possiamo assolutamente aspettare, la situazione deve essere sbloccata in qualche modo perché il servizio di spurgo è essenziale anche per la sicurezza sanitaria della città. Un servizio ai cittadini, alle strutture pubbliche come scuole ed ospedali, ai servizi come alberghi o ristoranti che se saltasse comporterebbe conseguenze drammatiche – ha sottolineato il sindaco Matteo Biffoni -. Già da domani parlerò con la Regione Toscana affinché l’ordinanza emessa lo scorso 3 agosto per consentire ad alcuni impianti toscani di stoccare i liquami venga estesa anche a Gida. Provvedimento probabilmente non sufficiente, ma comunque importante”.

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