21 Settembre 2018

89enne rapinata: chiesta condanna a 4 anni, ma l’imputato viene assolto


E’ stato assolto per non aver commesso il fatto Alessio Sacco, a processo per la rapina impropria ai danni di un’anziana avvenuta il 28 ottobre 2015 all’esterno della farmacia di via Zarini. All’89enne fu strappata di dosso la borsa: la donna cadde a terra e riportò escoriazioni alle braccia e alle gambe. Nelle settimane successive i carabinieri contestarono la rapina ad Alessio Sacco, una vecchia conoscenza delle forze dell’ordine, attualmente detenuto per altra causa e nipote di Vito, l’uomo che durante un tentativo di rapina ad un paninaro cinese al Macrolotto fu investito e ucciso da una  guardia giurata nell’aprile 2015. Nell’ottobre 2015, quando avvenne la rapina all’anziana, Alessio Sacco era soggetto all’obbligo di firma. Le telecamere della farmacia immortalarono la scena e i carabinieri associarono l’artefice della rapina ad Alessio Sacco: la corporatura era simile e i vestiti – una felpa smanicata blu con un cappuccio e una maglia mimetica sottostante – erano gli stessi con cui Sacco era andato a firmare in Questura nei giorni precedenti. Non la mattina della rapina, né il giorno prima: Sacco – ha dichiarato la madre – si trovava a casa perchè si sentiva poco bene, e un certificato prodotto il 29 ottobre dal medico curante, avvalora la cosa. Secondo il pubblico ministero Egidio Celano, che aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione e 900 euro di multa, si è invece trattato di un alibi costruito ex-post. A carico dell’imputato c’erano anche le celle telefoniche agganciate dal suo telefonino, che avevano mostrato la presenza in zona nell’orario della rapina, ma la difesa Sacco ribatte che l’uomo abita nella stessa zona. L’auto usata per la fuga dal rapinatore, inoltre, presenta alcuni numeri di targa uguali al veicolo di una  conoscente di Sacco, anch’essa attualmente in carcere per un altro motivo e sentita come testimone nel processo. Il legale di Sacco, l’avvocato Andrea Paolinelli, ha sottolineato che la vittima non ha riconosciuto l’autore della rapina, nonostante l’imputato abbia evidenti tatuaggi (anche sulla testa e sul collo, dove figura una scritta contro i poliziotti, ndr). L’avvocato difensore ha inoltre rimarcato che i filmati della rapina siano stati giudicati di bassa qualità dagli stessi inquirenti e inutilizzabili ai fini dei rilievi antropometrici. “Ritengo che nel caso in questione non siano presenti elementi univoci, gravi, precisi e concordanti di colpevolezza” ha concluso l’avvocato Paolinelli. Una linea che evidentemente è stata accolta dal collegio di giudici presieduto da Silvio De Luca.

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