Creaf, Biffoni a processo il 18 giugno insieme a Lamberto Gestri e ai vertici della partecipata


La Procura di Prato ha notificato la citazione diretta a giudizio nei confronti dei nove indagati per la bancarotta del Creaf, fallito a febbraio 2017: a processo andranno il presidente della Provincia Matteo Biffoni, il suo predecessore Lamberto Gestri, gli ex amministratori della società Laura Calciolari e Luca Rinfreschi, oltre ai componenti del cda Veronica Melani e Gianmarco Bacca e i revisori dei conti Giovanni Picchi e Marco Bini.
La prima udienza del processo è fissata per il 18 giugno 2019, quando i legali potranno chiedere eventuali riti alternativi. La fase dell’udienza preliminare è saltata in quanto il reato di bancarotta semplice prevede una pena edittale massima inferiore ai 4 anni. Esce invece dal procedimento Daniele Panerati, ex vicepresidente della Provincia e amministratore Creaf, la cui posizione è stata archiviata.
L’inchiesta del sostituto procuratore Lorenzo Boscagli ha passato in rassegna la gestione del Creaf, la partecipata della Provincia (detentrice dell’81% delle quote), che avrebbe dovuto costruire il centro di ricerca e alta formazione sul tessile. Nell’acquisto e nella ristrutturazione del capannone di via Galcianese sono stati spesi, a partire dal 2006, oltre 22 milioni si soldi pubblici, senza che ne sia mai stata avviata l’attività. Del caso si è occupata anche la Corte dei Conti, che a gennaio si è dichiarata non competente sulla materia, rimettendo al giudice ordinario la questione. Secondo una perizia di cui si è avvalsa la Procura, i conti del Creaf non si reggevano da alcuni anni e già dal bilancio 2011 ci sarebbero stati i presupposti per portare i libri in Tribunale. Una decisione che l’allora amministratrice Laura Calciolari prese, chiedendo ammissione al concordato, nell’agosto 2016, dopo essersi vista negare dall’assemblea dei soci del Creaf (oltre alla Provincia, anche i comuni di Prato, Montemurlo, Carmignano, Vaiano, Vernio, Cantagallo) un nuovo finanziamento di oltre 2 milioni di euro.
La “patata bollente” Creaf, ereditata dalle giunte Logli e Gestri, è stata una delle questioni che Matteo Biffoni, insediatosi a Palazzo Buonamici ad ottobre 2014, ha dovuto affrontare. “Mi sono trovato ad affrontare una situazione molto complicata e ho provato a salvare il salvabile di un’esperienza nella quale erano stati riversati oltre 20 milioni di soldi pubblici. Sono convinto di aver agito con onestà, nel migliore dei modi” afferma Matteo Biffoni, che si dice pronto a chiarire le decisioni assunte in questa vicenda.

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