16 Ottobre 2018

Mostre, talk e installazioni per l’edizione 2018 di Tuscan Art Industry. Visite guidate anche all’ex Banci e alla Cementizia FOTO


Sabato 20 ottobre alle ore 18, presso Corte Genova, Via Genova 17 a Prato, inaugura il villaggio culturale TAI 2018, il distretto artistico della città, che coinvolgerà le realtà presenti dell’intera corte: SC17, TRIBECA FACTORY, SEDICI, ARTFORMS, MATERIA, BLACK OUT.

Per l’occasione, in tutti gli spazi esterni ed interni della corte ( un ex-edificio industriale), si svolgerà il vernissage della mostra “Paesaggi industriali, rovine e orti operai” a cura di SC17

Realizzata in occasione di TAI – Tuscan Art Industry 2018, la mostra si propone di portare avanti il progetto di ricerca SC17, fondato da Chiara Bettazzi. Tale progetto volto fin dall’inizio ad un’indagine scientifica e poetica sui luoghi dell’industria pratese, pone l’attenzione su quegli artisti che lavorano spesso sul territorio regionale.

Gli artisti coinvolti sono Emanuele Becheri, Loris Cecchini, Alessio de Girolamo, Andrea Fiesoli, Ronaldo Fiesoli, Gianni Melotti, Luca Pancrazzi e Robert Pettena.

Quest’anno le opere scelte si concentrano sullo sguardo di artisti che in maniera diversa hanno rappresentato nei loro lavori i paesaggi industriali nella loro trasformazione, ma anche quei luoghi che, richiamando la tradizione degli orti operai di fine Ottocento, hanno reso i terreni contigui delle nostre aree industriali spazi poetici e vitali. Altri artisti ci rivelano rovine sublimi che costellano i nostri territori, oppure opere sonore che dialogano con spazi verdi in momentaneo abbandono invitando alla loro riconsiderazione.
L’evento espositivo si sviluppa nella Corte di via Genova, dove si affacciano gli studi nati in questi ultimi anni. Oggi questo luogo è per la città simbolo di rigenerazione post-industriale ed è destinato alla produzione, esposizione e promozione della cultura contemporanea.

L’iniziativa inaugura TAI 2018, quarta edizione di TAI – TUSCAN ART INDUSTRY, progetto ideato dall’artista Chiara Bettazzi che ne cura l’organizzazione e la realizzazione, nell’ambito del bando Toscana Incontemporanea 2018.

TAI – TUSCAN ART INDUSTRY, è un progetto nato nel 2015 che rappresenta l’estensione del lavoro di ricerca che Chiara Bettazzi, artista che lavora con numerosi mezzi espressivi dal video all’installazione, porta avanti negli anni attraverso il contatto diretto e costante con le strutture di archeologia industriale presenti e scomparse, sul territorio di Prato e Provincia.

La manifestazione, che ha cadenza annuale, si sviluppa attraverso diversi piani d’azione che vanno dalla rigenerazione dei luoghi abbandonati, alla formazione dei giovani attraverso workshop, residenze, fino alla creazione d’itinerari volti a sviluppare nuove forme di turismo alternativo che valorizzino le peculiarità della città. Il progetto collabora con spazi privati, istituzioni, centri di produzione artistica, amministrazioni pubbliche e varie associazioni locali.

La novità di quest’anno consiste nel focus sulla biodiversità sia vegetale che animale, la quale trova nicchie favorevoli alla propria sopravvivenza all’interno degli spazi verdi abbandonati, dei piazzali industriali dismessi, delle fabbriche chiuse. Nelle nuove pratiche legate alla rigenerazione si cerca di pensare non solo alla riattivazione di fabbriche storiche abbandonate, ma alla riqualificazione degli spazi verdi degradati cercando di non considerarli disponibili per future espansioni urbanistiche ma come rigenerazioni a funzione di riequilibrio ambientale.

I temi principali della manifestazione saranno: le “rovine industriali” dove la vegetazione ha preso il sopravvento sulle strutture architettoniche; gli “orti operai” come terreni attigui alle fabbriche e il “villaggio operaio come nuovo villaggio culturale”.

A tutte queste tematiche è dedicato il primo weekend di TAI 2018, quando il 20 ottobre, durante l’opening della mostra, si svolgerà un intervento site-specific con la creazione di un’installazione sonora

che coinvolgerà un terreno abbandonato adiacente a Corte Genova e alle fabbriche attive che verrà aperto per la prima volta in quest’occasione da SC17 .L’evento vuole essere il punto di partenza per una futura bonifica del luogo e una restituzione alla comunità.

Orti operai e rovine industriali saranno anche argomento di un talk che si svolgerà domenica 21 ottobre, presso SC17 in Corte Genova. Parteciperanno: Andrea Vannini biologo ambientale, Simone Rizzuto biologo nutrizionista, Paolo Pecchioli antropologo e Lorenzo Giorgi di “BLOOM PROJECT”, progetto di ricerca che sviluppa sistemi per l’agricoltura del futuro e sperimenta pratiche di agricoltura circolare. Per l’occasione all’ interno di SC17 / Orto in Fabbrica, verrà costruito e assemblato un prototipo in piccola scala di Agritube, una serra idroponica realizzata artigianalmente.

Il rapporto tra verde e industria è molto stretto a Prato, non solo per la presenza di ruderi ormai invasi dalla vegetazione, ma per un’osmosi città-campagna storicamente presente vicino agli opifici. Gli orti operai furono costruiti fin dal 1700 nei terreni attigui alle fabbriche e nacquero anche con l’intento fortemente pedagogico di avvicinare gli operai al senso del lavoro e della famiglia.

L’interesse verso l’orto in fabbrica, e il suo inserimento nella programmazione di TAI 2018, nasce con un’installazione permanente e in progress che Chiara Bettazzi ha iniziato dal nel 2016, con l’aiuto di altre associazioni. Orto in fabbrica si presenta oggi, come un presidio verde realizzato all’interno di casse in legno per la filatura, provenienti da alcune fabbriche del territorio. A metà tra un orto urbano e un giardino industriale è situato all’interno della Corte di Via Genova. Il progetto ha suggerito la trasformazione del piazzale in giardino e nell’Aprile 2017 sono stati piantati alcuni alberi.

Quest’operazione si sposa con la ricerca di nuove soluzioni culturali e va incontro all’idea di condivisione dell’area, da parte delle diverse realtà presenti che oggi costituiscono il nuovo Villaggio culturale ricavato all’interno della corte. L’orto in fabbrica nasce come lavoro site-specific, che attraverso la ricerca di oggetti di uso quotidiano desueti, abbandonati, scartati e rifunzionalizzati insieme a casse industriali in legno, costantemente in trasformazione, vuole costruire un luogo di condivisione dello spazio.

Anche per questa edizione, come gli anni scorsi, saranno eccezionalmente, aperti al pubblico due edifici industriali dismessi: si tratta della ex- fabbrica Banci e della Cementizia (Ex-Marchino), due testimonianze architettonicamente rilevanti in cui si legge chiaramente il processo di rinaturalizzazione degli spazi abbandonati. Le visite si svolgeranno venerdì 2 novembre e sabato 3 novembre e saranno guidate da Giuseppe Guanci storico dell’archeologia industriale, e Andrea Vannini, biologo e Simone Rizzuto, biologo e nutrizionista. La fabbrica Banci progettata nel 1953 dagli architetti Forasassi e Taiti, ispirata a un progetto di Frank Lloyd Wright, ha concluso la sua attività produttiva nel 1974. L’ex area industriale, è immersa in una sorta di foresta urbana rigeneratasi durante gli anni di abbandono. La Cementizia è un enorme complesso, situato sul versante sud dei monti della Calvana, rappresenta un importante riferimento visivo per la città, dominando il paesaggio del collegamento Prato-Calenzano. Detto anche “Le Macine”, questo stabilimento fu costruito nel 1926 e chiuso dal 1956.

Infine, nel mese di novembre prenderà avvio Artista in fabbrica un progetto di didattica che si svolgerà nel comune di Montemurlo e che coinvolge le fabbriche attive TRAFI e LUILOR e le scuole, Convitto Nazionale Statale Cicognini di Prato e Liceo artistico c/o Istituto di istruzione superiore “Carlo Livi”. Sabato 10 novembre a Montemurlo apre al pubblico presso la fabbrica LUILOR la mostra degli elaborati realizzati dagli studenti nel corso del workshop, per l’occasione è prevista anche una visita in azienda.

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