É stato condannato a un anno, un mese e 10 giorni, pena sospesa, il fornaio accusato di violenza sessuale nei confronti della titolare di una bottega, che aveva denunciato un approccio indesiderato, con palpeggiamenti e un tentativo di bacio sul collo, nel retrobottega del suo negozio, durante la consegna del pane. All’imputato, difeso dagli avvocati Massimo e Carlotta Taiti, sono state riconosciute le attenuanti generiche e le circostanze di minore gravità del reato. Il fornaio è stato condannato al risarcimento del danno, che dovrà essere quantificato in sede civile, e al pagamento delle spese legali. Respinta invece dal Tribunale la richiesta di risarcimento di 10 mila euro che la parte civile, rappresentata dall’avvocato Diego Capano, aveva avanzato nei confronti del titolare del forno (assistito dall’avvocato Stefano Belli), di cui l’imputato all’epoca era dipendente. Ai fatti, risalenti a una domenica del giugno 2015, non erano presenti testimoni. Il fornaio si era recato a consegnare il pane al negozio, ma aveva avuto indicazioni dal titolare di non effettuare la fornitura qualora la bottegaia non avesse pagato quelle precedenti, per un ammontare di circa 400 euro. La donna, prima di affrontare la questione del debito, offrì un caffè al fornaio e poco dopo si sarebbe consumato l’approccio sessuale indesiderato, di fronte al quale la vittima reagì senza urlare, impugnando un punteruolo per difendersi. L’imputato ha negato le violenze, riferendo soltanto di un abbraccio consolatorio. Durante il processo accusa e difesa si sono confrontate anche sul significato delle decine di sms che i due protagonisti della vicenda si scambiarono il giorno prima dei fatti, il cui contenuto é andato perduto. Per la vittima, che tuttavia rispose 29 volte, si è trattato di un corteggiamento indesiderato; mentre l’imputato ha sostenuto che si é parlato solo delle pendenze economiche e della richiesta della donna di essere assunta nel forno. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
