22 Ottobre 2018

Sfruttamento lavorativo, la Cgil pronta ad andare a Roma per chiedere leggi più efficaci. Il sindacato punta il dito contro l’Inps VIDEO


“Se le leggi continuano a non essere applicate, la stireria di Oste riaprirà una terza volta”. Il segretario della Filctem Cgil Massimiliano Brezzo non è ottimista. Ma, del resto, in quella fine di settembre in cui la stireria di via del Pantano è stata sospesa per impiego di manodopera a nero, il sindacalista ne aveva previsto la riapertura. Che si è puntualmente verificata venti giorni dopo la prima sospensione. Ad essere sfruttati, in questo sistema, sono lavoratori per lo più stranieri, poveri, ma regolari sul territorio: chi li sfrutta, se viene beccato, si vede contestare solo una sanzione di tipo amministrativo e poi può riaprire l’attività, magari grazie ad un prestanome, come molto probabilmente è accaduto per la stireria di via del Pantano la cui titolare ancora non è chiaro, però, se abbia saldato la multa da 50mila euro comminatale la prima volta. A quel punto, sostiene Brezzo, non basta aumentare i controlli se a mancare è l’applicazione delle leggi: l’Inps deve contestare ai committenti i contributi non pagati della manodopera dei terzisti Legge Biagi sulla responsabilità in solido dei committenti). Solo così si scoraggia le aziende a ripartire senza aver prima regolarizzato il personale. Gli ispettori del lavoro devono fare le domande giuste agli operai, per accertarne lo “stato di bisogno” e applicare, quindi, il 603-bis sullo sfruttamento lavorativo. “Anche se – aggiunge Brezzo – è chiaro che un lavoratore, se viene sfruttato, si trova in ‘stato di bisogno’, altrimenti sarebbe semplicemente poco furbo a lavorare 14 ore per pochi euro. Evidentemente, non vanno bene le modalità con cui adesso l’Ispettorato del lavoro effettua i suoi controlli all’interno delle aziende: forse una soluzione potrebbe essere approntare un questionario con delle domande ben precise sulle proprie condizioni di vita e di lavoro a cui il soggetto può rispondere fuori dall’azienda. E non va bene che, per rimanere al caso della stireria, l’Inps non abbia segnato sul proprio verbale i nomi dei committenti delle pezze trovate, è un problema che segnaliamo da 15 anni”.

Ascolta l’intervista a Massimiliano Brezzo della Filctem Cgil:

Sul “pulmino” della Filctem hanno già detto di volerci montare Claudio Bettazzi della CNA, il sindaco di Prato Matteo Biffoni e il primo cittadino di Montemurlo Mauro Lorenzini, sul cui territorio la stireria incriminata si trova: “Scriverò al Ministro dell’Interno Salvini per chiedere leggi più efficaci per il nostro territorio. Noi siamo accoglienti con tutti gli imprenditori, ma non ammettiamo la concorrenza sleale nei confronti di quelle aziende che lavorano pagando i contributi agli operai e le tasse”. Da giugno 2014 comune di Montemurlo tramite la propria Polizia municipale opera controlli a tappeto delle partite Iva aperte sul proprio comune: di queste risulta che il 15% non esiste. Peraltro, il primissimo controllo alla stireria di via del Pantano a Oste è stato effettuato ad agosto dalla Polizia municipale, che non aveva ravvisato abuso edilizio, ma aveva chiesto al tavolo del Protocollo con le altre forze dell’ordine di tenere alta l’attenzione sull’attività.

Ascolta l’intervista al comandante della Polizia municipale di Montemurlo Gioni Biagioni:

Lucrezia Sandri

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