22 Ottobre 2018

Versare i contributi dovuti non va di moda, la denuncia della Cisl: “Aziende del tessile e abbigliamento inadempienti sulla sanità integrativa”


“Ci risulta che troppe aziende del settore tessile industria pratese e fiorentino non abbiano ancora provveduto a fare l’obbligatoria iscrizione dei propri dipendenti al Fondo Sanimoda”, il fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria della moda.
E’ la denuncia di Mirko Zacchei, segretario della Femca Cisl di Firenze e Prato. “L’ultimo contratto nazionale tessile abbigliamento – spiega Zacchei – ha stabilito che il lavoratore ha diritto, per contratto nazionale, ad un’assistenza sanitaria e che le imprese devono contribuire con 12 euro mensili al fondo sanitario di settore, Sanimoda. L’iscrizione dei lavoratori è obbligatoria e a carico dell’azienda e non un’opzione affidata al buon cuore del ‘padrone’.”
“Sanimoda – continua il segretario Femca – è stata costituita in tempi record, a dispetto di tutti coloro che oggi criticano l’inefficienza delle parti sociali, rispettando le scadenze del contratto nazionale e consentendo già dal 1 Aprile 2018 di poter chiedere i rimborsi delle spese sanitarie sulla base di un sostanzioso piano sanitario, che copre non solo il lavoratore ma anche il coniuge/convivente fiscalmente a carico”.
“Già da mesi siamo impegnati in assemblee nelle aziende di questo settore per spiegare come funziona questo fondo e abbiamo riscontrato un alto grado di soddisfazione tra i lavoratori per il livello di prestazioni rimborsate, per il servizio offerto e i tempi veloci di recupero delle spese. Se da una parte è stato centrato l’obiettivo del sindacato di tutelare il potere di acquisto dei lavoratori e di consentire a molte persone di affrontare cure che troppo spesso nei nuclei monoreddito sono rimandate, dall’altra il non versare i 12 euro mese previsti dal contratto è un mancato adempimento grave al pari degli altri istituti contrattuali previsti.”
“Purtroppo – continua Mirko Zacchei – ci risulta che molte imprese non stanno versando quanto previsto e si sta creando una disparità tra i lavoratori che stiamo valutando anche con i nostri legali. Sollecitiamo aziende e consulenti del lavoro a mettersi in regola con i versamenti al fondo sanitario quanto prima, al fine di garantire un pieno diritto del contratto nazionale di lavoro.”

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