17 Novembre 2018

Baby calciatori, lavori allo stadio e frodi sportive: la procura chiede il rinvio a giudizio di 19 persone


Sono diciannove in tutto le richieste di rinvio a giudizio formulate dalla procura della Repubblica di Prato in merito all’inchiesta sul calcio divisa in tre filoni: il tesseramento di baby calciatori africani, i lavori allo stadio Lungobisenzio e le frodi sportive. Non andrà a processo il consigliere comunale Luca Vannucci del Partito democratico. Il suo nome esce dunque di scena: i sostituti procuratori Gestri e Boscagli hanno chiesto l’archiviazione di Vannucci per il reato di corruzione. Il consigliere, ex delegato allo sport, era indagato in concorso con Paolo Toccafondi per aver accettato di agevolare la conclusione dei lavori allo stadio in cambio di un ruolo di coordinatore regionale del settore giovanile della Figc toscana, incarico promesso dal patron della squadra biancazzurra. Nei suoi confronti rimane in piedi la contestazione di omessa denuncia, perché ritenuto a conoscenza dell’avvio del cantiere senza che ci fossero le dovute autorizzazioni, un reato che però potrà essere estinto tramite la “messa alla prova”. In questo modo Vannucci potrà evitare di andare sotto processo attraverso l’esecuzione di un lavoro di pubblica utilità. Ma soprattutto, svolgendo un servizio sociale, potrà estinguere il reato e rimanere incensurato. Si tratta di una scelta, chiesta al giudice con l’avallo della procura, fatta per evitare essere imputato in un processo la cui fase dibattimentale potrebbe durare anni.

La frode sportiva
Tra le 19 richieste di rinvio a giudizio c’è un nome conosciuto nel mondo del calcio: è quello di Matteo Trefoloni, arbitro di serie A e internazionale fino al 2010, oggi presidente del Comitato regionale arbitri della Toscana. Assieme alla giacchetta nera Federico Masilunas, al presidente della Sestese Filippo Giusti e al vice presidente della Lega Dilettanti Fabio Bresci, si sarebbero accordati per alterare il risultato dello spareggio playout del campionato di eccellenza toscana girone B del 2017 vinto dalla Sestese per 3 a 1 contro il Nuova Chiusi. In sostanza Giusti, tramite Bresci, avrebbe ottenuto da Trefoloni la designazione di un arbitro compiacente, ovvero Masilunas. Per loro il reato contestato è quello frode sportiva. Le posizioni di Giusti e Bresci (nel frattempo deceduto) sono state stralciate.
Questa partita non è l’unica ad essere finita nel mirino della procura. I pm Gestri e Boscagli hanno chiesto il rinvio a giudizio di: Enrico Gutili, allenatore della Sestese, Bruno Mugnai, direttore sportivo Sinalunghese, Alvaro Finocchi Arcipreti, Stefano Fiorini, direttore sportivo Porta Romana, Fabrizio Giusti, presidente Aglianese, Piero Colzi, presidente Firenze Ovest, Niccolò Terrafino, giocatore Firenze Ovest, Christian Prosperi, giocatore Bucinese, Luca Brini e Filippo Zacchei, allenatore e giocatore del Foiano. Ha patteggiato l’allenatore dello Zenith Audax ed ex guida tecnica del Prato Andrea Bellini. Secondo la procura tutte le partite incriminate avevano come obiettivo quello di favorire direttamente o indirettamente la Sestese.

L’inchiesta sui baby calciatori della Costa D’Avorio
Per Paolo Toccafondi è stato chiesto il rinvio a giudizio per aver favorito l’ingresso in Italia di quattro giovani calciatori ivoriani violando le norme sull’immigrazione. In particolare il patron biancazzurro, in concorso con il segretario Alessio Vignoli, avrebbe fatto ottenere a quest’ultimo la potestà genitoriale per due calciatori minorenni. Vignoli sarebbe diventato tutore delle due giovani promesse in modo illecito, attraverso una dichiarazione falsa scritta dal genitore adottivo Ei Gbane, allenatore della Sestese di nazionalità ivoriana. L’africano ha detto di non aver mai scritto alcun documento e che all’epoca non conosceva neppure l’italiano. Toccafondi inoltre avrebbe contattato l’amico carabiniere Goffredo Brienza, al tempo dei fatti in servizio alla stazione di Vaiano, per cercare informazioni contro Gbane, che nel frattempo era entrato in causa contro la Sestese. Per il militare è stato chiesto il rinvio a giudizio perché avrebbe violato il sistema informatico di polizia (sdi). Altro nome è quello di Ghislain Akassou, ivoriano e residente in patria, accusato di aver prodotto documenti falsi per favorire l’arrivo dei baby calciatori in Italia, i quali avrebbero dovuto svolgere degli stage tecnici al Prato e alla Sestese; in realtà l’obiettivo reale era quello di avviare i giovani all’attività sportiva per poi venderli ad altre squadre. Per ottenere questo risultato gli imputati avrebbero agito illecitamente per avere la tutela legale dei minori.

Il cantiere per l’ampliamento dello stadio
Le indagini della procura si sono concentrate sulle irregolarità nella gestione dei lavori di sistemazione e ampliamento dello stadio Lungobisenzio. Per Luca Piantini, ex dirigente comunale ai lavori pubblici, dimessosi dall’incarico dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia, è stato chiesto il rinvio a giudizio per falso ideologico e per aver indotto in errore il sindaco Biffoni per avergli consegnato una relazione utilizzata nel rispondere a una interrogazione in consiglio comunale riguardo ai lavori allo stadio. Secondo i pm, Piantini avrebbe creato dei documenti utili a dimostrare la somma urgenza di alcuni interventi al Lungobisenzio retrodatando gli atti a seguito di irregolarità emerse dopo un sopralluogo dell’Asl al cantiere. La stessa contestazione è stata fatta a Sandro Grassi e Giuseppe Mazzeo della ditta aggiudicataria dell’appalto. Stralciata la posizione del dipendente comunale Francesco Sanzo dopo la richiesta di patteggiamento.

G.C.

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