18 Dicembre 2018

Enrico Rossi a Prato per vedere i progetti realizzati grazie ai fondi europei: dal 2007 arrivati quasi 150 milioni


Un viaggio per toccare con mano i progetti attuati grazie ai fondi europei e per mostrare cosa è cambiato a seguito di queste realizzazioni.
E’ quello che sta facendo il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, che per la terza tappa di questo tour ha scelto Prato.
La tappa pratese del presidente Rossi è iniziata alla Ciampolini di Galciana, tintoria storica aperta negli anni Settanta e quasi centotrenta dipendenti. Con Rossi c’erano il sindaco Biffoni e i consiglieri regionali Ilaria Bugetti e Nicola Ciolini. L’azienda ha sostituito la ramosa, ovvero il grande macchinario che serve ad asciugare i tessuti dopo che sono stati tinti. Risultato: un risparmio del 23% sui consumi e 10 tonnellate in meno di anidride carbonica disperse in aria in un anno. L’Europa ha contribuito con il fondo per lo sviluppo regionale con 100 mila euro, Stato e Regione hanno insieme aggiunto altrettanto, il resto (475 mila euro) l’hanno messo gli imprenditori. Purtroppo in pochi, tra i privati, hanno approfittato dei bandi per il risparmio energetico.

Dalla tintoria alla produzione di tessuti e filati. Alla Manteco di Montemurlo, che dal 1943 produce stoffe qualità (l’80% venduti all’estero, il resto in Italia e spesso a grandi firme e maison), l’Europa ha offerto attraverso la Regione il proprio aiuto: dal 2016 più di 1 milione di contributi ripartiti su diversi progetti, che a guardare gli investimenti attivati diventano il doppio. Con Rossi c’era il sindaco Lorenzini.

Dalle aziende alla riqualificazione dei quartieri, occasione per fare coesione ma anche produrre sviluppo. L’esempio a Prato arriva dal Macrolotto zero, un tempo cuore produttivo a ridosso del centro storico ed oggi quartiere dove vivono gli immigrati di origine cinese. E’ stata la terza tappa stamani. Con 5,7 milioni, la metà risorse europee, ed un costo complessivo che supera gli 8 milioni e mezzo saranno risistemate via Pistoiese, dove nascerà anche una ciclabile, e via Giordano, saranno realizzati giardini e parcheggi e uno spazio all’aperto per il tempo libero e lo sport. Il Più, il progetto di innovazione urbana, prevede anche una medialibrary e uno spazio coworking per i liberi professionisti. Su 900 metri quadri della storica fabbrica Forti, abbandonata da tempo, nascerà un mercato metropolitano al coperto dove si potranno acquistare i prodotti a chilometri zero e di eccellenza del territorio. Il cantiere, il primo del più ampio progetto, si è appena aperto e si dovrebbe concludere entro il 2020.

L’Europa è anche formazione. Non poteva dunque mancare una sosta al Pin, il Polo universitario della Città di Prato, e poi, più tardi, all’istituto Buzzi, dal 1886 storica scuola a servizio del tessile e delle tintorie della città. Al Pin si studiano tessuti intelligenti e innovativi, con un orecchio attento alle esigenze in continua evoluzione delle aziende; ma si organizzano, tra gli altri, corsi anche sulla cybersecurity, le strategie di sviluppo, il marketing e l‘accoglienza turistica. Si testano nella galleria del vento anche le tensioni a cui sono sottoposti i grandi edifici. Sul progetto ecotextile designer sono stati investiti 120 mila euro, la metà dal Fondo sociale europeo. Sono 7 i corsi partiti quest’anno, alcuni gratuiti grazie a i finanziamenti di Regione e Fse, e 35 i laboratori di ricerca che il Pin mette a disposizione. Al Buzzi, in collaborazione di nuovo con il Pin, sono stati invece investiti 138 mila euro nell’alternanza scuola-lavoro.

Il viaggio per raccontare l’Europa non poteva dimenticare il Centro per l’arte contemporanea Pecci, ampliato e rinato grazie a 2,4 milioni di euro provenienti dai fondi europei e contributi pubblici. Un intervento costato complessivamente 3 milioni e 434 mila euro e che ha permesso di realizzare una piccola sala cinema e nuovi spazi per accrescere iniziative e visitatori. Oltre ai contributi destinati al progetto di ampliamento, la Regione aiuta il museo con un ulteriore finanziamento di 800mila euro l’anno.
macchinari industriali meno energivori o in investimenti sul capitale umano e contro la disoccupazione. Non manca a sostegno della cultura e dei piccoli e grandi musei: il caso pratese più recente e noto è il Pecci di Prato.

Fondi europei a Prato
Per il periodo dal 2007 al 2013 la Regione ha distribuito in provincia di Prato contributi dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale per oltre 68 milioni. Queste risorse hanno permesso investimenti per più di 114 milioni distribuiti su 621 progetti.

Sempre dal 2007 al 2013 il Fondo sociale europeo, che non finanzia infrastrutture ma politiche per le persone, ha portato nel pratese contributi per 31 milioni in 2.247 diversi interventi: a 659 milioni ammontano invece i finanziamenti in tutta la regione.

La programmazione 2014-2020 è ancora in corso: rimangono due anni per concludere il settennato e cinque per spendere le risorse. Grazie al Fondo di sviluppo regionale, a Prato e provincia sono stati sostenuti 290 progetti per 28 milioni e 192 mila euro di contributi. Con il Fondo Sociale europeo, sempre nel periodo 2014-2020, sono stati finanziati 1.084 interventi per oltre 16 milioni. Grazie al Feasr, infine, a Prato sono stati concessi contributi per 7 milioni e 883 mila euro. Hanno interessato 87 progetti, permettendo alla f ine oltre 22 milioni di investimento.

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