Gli auguri del vescovo Agostinelli ai pratesi: «Guardiamo al presepe per una nuova umanità»


Pubblichiamo il messaggio di auguri che il vescovo Franco Agostinelli rivolge a tutti i pratesi in occasione del Santo Natale. Con queste parole di invito alla speranza fiduciosa nel futuro, anche noi di Tv Prato vogliamo farvi i nostri più sentiti auguri di buon Natale.

Sono auguri speciali quelli che dal profondo del cuore rivolgo quest’anno ai pratesi: alle donne, agli uomini e in particolare ai giovani e ai bambini. Sono gli auguri di chi ha accompagnato una fase della storia di questa comunità e ha imparato a conoscerne le qualità di umanità di cui è ricca ma anche le preoccupazioni e le paure.

In questi giorni di Natale, vorrei portare a tutti un messaggio di speranza, un invito a mettere al primo posto le relazioni tra persone, senza paura. Lo faccio attraverso il presepe, il simbolo di una storia che è di grande attualità ed è capace di parlare all’uomo contemporaneo con molta efficacia. Il presepe è sì una tradizione da salvaguardare, ma è soprattutto un grande invito a costruire una umanità più vera, che dà nuovo valore ai rapporti tra le persone e ci insegna ad avere cura l’uno dell’altro.

È Maria prima di tutti che ci parla dal presepe per dirci che il futuro si costruisce a partire dall’accoglienza di Gesù Bambino, il figlio di un Dio che sceglie di abbracciare l’umanità. Senza il suo sì, senza il suo gesto di coraggio, la storia dei popoli, la nostra storia, sarebbe stata tutta un’altra. Maria è una donna che sfida il proprio tempo e le consuetudini, come solo le donne sanno fare, perché è capace di dire sì e ha la consapevolezza che da questo sì nasce un tempo nuovo. Le difficoltà di oggi, che riguardano Prato e la nostra civiltà, richiedono una risposta come quella di Maria, coraggiosa e non certo preoccupata di un singolo destino personale. Il presepe contemporaneo ci dice che non possiamo essere egoisti, che l’egoismo e la chiusura non sprigionano vita, ma portano alla morte della civiltà.

Dal presepe ci parla anche Giuseppe, un altro che non si preoccupa troppo delle convenzioni in nome di una causa più alta che riguarda tutta l’umanità. In un tempo urlato, dove cerca di affermarsi chi fa la voce più grossa, dove il confronto si fa troppo spesso scontro, la mitezza di Giuseppe è una lezione. La consapevolezza di avere un servizio da svolgere, di ricoprire un ruolo importante, porta a un grande gesto di generosità e tenerezza. Di questa generosità e tenerezza abbiamo tutti un gran bisogno per costruire tempi migliori.

Pratesi, sfidate la rassegnazione con la fiducia nelle vostre possibilità e la speranza nel futuro, la paura con il coraggio dell’accoglienza, la grande tristezza dell’egoismo con la gioia della generosità e della tenerezza. I miei auguri per il Natale 2018 vogliono essere anche questo: un appello a non tradire voi stessi, la bellissima storia di questa nostra città, costruita sull’apertura agli altri e sul coraggio di fare cose belle e nuove. State sicuri, questo Bambino che nasce per noi, se lo vogliamo, ci darà tutta la forza necessaria per affrontare un presente difficile e guardare con fiducia e speranza al futuro.

+ Franco Agostinelli
Vescovo di Prato

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
5 anni fa

Oggi è nato per noi il Salvatore(Salmo Biblico 95 della Liturgia della Messa della Notte di Natale). Il messia tanto atteso è finalmente nato e i pastori che si trovavano nella notte a vegliare sul loro gregge sono i primi a ricevere e scoprire questa bellissima notizia. Nella mangiatoia di Betlemme(nome greco che sta a significare la “Casa del Pane”) è nato un povero bambino ma in lui c’è un grande destino perché è il Messia tanto atteso. Pare strano pensare un Re sia nato in una mangiatoia alitato da due animali che sono l’asino e il bue ma l’essere nato in quella stalla ha un gesto significativo che è quello di farsi povero per tutti così che possa essere ammirata la sua grandezza e i suoi genitori hanno un ruolo importante in tutto questo sia Giuseppe in quanto padre adottivo ma la figura di Maria fa da protagonista perché servava tutte queste cose nel suo cuore soprattutto quando arriveranno i Re Magi ad adorarlo e ad offrirli i loro doni di oro, incenso e mirra che vedremo nel giorno della festa dell’Epifania. Non posso non citare la Lettera di San Paolo al suo amico nonchè apostolo Tito in cui parla della grazia di Dio apparsa a tutti gli uomini che porta ad una seria “Conversione” verso Cristo. Un gesto significativo del Natale oltre all’albero è il Presepe che esiste dal 1223 fatto per la prima volta da San Francesco d’Assisi nella stalla di Greccio un paese in Provincia di Rieti nel Lazio e approvato da Papa Onorio III(nato nel 1150 e Sommo Pontefice dal 1216 al 1227). Il presepe è il fulcro del Natale e non importa fallo di una grandezza ma basta un semplice presepe con l’immagine della mangiatoia di Nazareth così da fare entrare Gesù nelle nostre case e vite altrimenti il Natale perde il suo valore. Condivido a pieno il discorso fatto dal Vescovo quando parla al suo popolo pratese di non scoraggiarsi ma di tenere duro e guardare con speranza al futuro della città e dei suoi abitanti verso una Prato multietnica e multireligiosa ma unita nella fraternità di Cristo e del suo Vangelo. Concludo con le parole dello storico canto “Tu scendi dalle stelle” risalente al lontano 1754 scritto dal grande Sant’Alfonso Maria De Liguri(1696-1787) quel pezzo che dice: “O bambino mio divino io ti vedo qui a tremare. O Dio beato. Quanto ti costò l’avermi amato”. Tutto questo per dire che in Dio le fatiche si superano compresa quella di essere portatrice di amore. Buon Natale a tutti