L’invito del Vescovo per S. Stefano: «torniamo a fare comunità contro le solitudini del nostro tempo» FOTO


«Vogliamo tornare a fare comunità davvero? Allora dobbiamo asciugare le tante lacrime amare che nessuno conosce! Ci sono tante solitudini che accomunano miriadi di persone, riconosciamole e proponiamoci a questi nostri fratelli e sorelle con gioia». Nel giorno della festa del patrono della città di Prato, Santo Stefano, il vescovo Franco Agostinelli ha esortato la comunità ad operare assieme per «alleviare tante sofferenze». E l’invito è a «non chiudersi in se stessi, se si vuole essere felici!». Poi il Presule ha elencato le tante solitudini della nostra società: «ci sono quelle che riguardano gli anziani e gli ammalati, i portatori di handicap e le loro famiglie, i carcerati e il personale che a vario titolo opera nelle carceri, gli stranieri anonimi che vivono al margine o fuori della legalità, senza protezione e senza lavoro fisso o con lavoro sottopagato; e quante solitudini tra i nostri adolescenti – ha detto monsignor Agostinelli – e nel seno stesso delle nostre famiglie e delle comunità per l’incomprensione e la mancanza di dialogo». Queste sono le tante «lacrime amare» nei confronti delle quali il Vescovo ha chiesto alla Chiesa e alla città di portare una «testimonianza d’amore».

 

 

Il solenne pontificale della festa è stato concelebrato da sessanta sacerdoti della diocesi. Presente il vescovo emerito monsignor Gastone Simoni. Alla funzione hanno prestato servizio quindici diaconi e un nutrito gruppo di chierichetti delle parrocchie pratesi. Gremite di fedeli le panche e le navate della cattedrale. Nelle prime file erano sedute le istituzioni cittadine, con il sindaco Matteo Biffoni, i rappresentanti dei Comuni della provincia, le autorità civili e gli appartenenti alle forze dell’ordine.

Come vuole la tradizione, la messa è iniziata portando in processione il reliquiario in vetro e metallo che conserva un sasso che la devozione popolare ritiene sia uno di quelli con cui fu lapidato Santo Stefano, il primo martire cristiano, patrono di Prato.

 

 

Nell’omelia il Vescovo ha annunciato, nel mese di marzo del prossimo anno, la convocazione di una grande assemblea diocesana, indetta a conclusione della visita pastorale, il viaggio che ha portato il Presule a conoscere tutte le parrocchie e molte realtà, ecclesiali e civili, presenti sul territorio diocesano. «Ho avuto la grazia di incontrare tantissime persone – ha affermato monsignor Agostinelli –, famiglie, comunità, istituzioni, ambienti e per questo vorrei riunire in una grande convocazione ecclesiale i rappresentati delle parrocchie e delle aggregazioni ecclesiali, oltre che naturalmente con l’apporto indispensabile dei nostri preti, diaconi e consacrati». Scopo dell’assemblea diocesana sarà quello di «fare il quadro della nostra attuale identità e discernere le linee del prossimo futuro della nostra Chiesa pratese».

 

 

 

 

Al termine del pontificale monsignor Agostinelli ha annunciato i nomi delle tre aziende vincitrici del Premio Santo Stefano per il rilancio e la tenuta del lavoro a Prato. Si tratta di Cofil filati, Ritorcitura Vignolini Moreno e Valbisenzio tessitura a navetta, tre imprese importanti del distretto tessile pratese. Annunciata anche la cerimonia di consegna degli «Stefanini», il nome con il quale sono chiamati i riconoscimenti, che si terrà sabato 2 febbraio nell’auditorium della Camera di Commercio. Il Premio è stato istituito nel 2011 da Diocesi, Comune, Provincia, Fondazione Cassa di Risparmio e Camera di Commercio di Prato per valorizzare le aziende capaci di avere successo sul mercato nazionale e internazionale nel rispetto delle regole e della concorrenza.

 

Alcune immagini del pontificale (testo e foto di Giacomo Cocchi)

 

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