10 Dicembre 2018

“Umbratilis Ecclesia”, la nuova guida della Chiesa dello Spirito Santo. Un viaggio alla scoperta dell’arte e della storia della parrocchia di via Silvestri FOTO


Novantasei pagine ricche di storia, arte, bellezza e fede, che accendono le luci su una chiesa rimasta un po’ “nell’ombra”: quella dello Spirito Santo. Si intitola “Umbratilis Ecclesia”, la nuova guida della storica dell’arte Virginia Barni, pubblicata da Claudio Martini Editore, che racconta con dovizia di particolari il patrimonio culturale custodito nella parrocchia di via Silvestri. Un gioiello incastonato tra gli antichi palazzi del centro ma sconosciuto ai più, che all’interno della guida viene descritto nei suoi numerosi trascorsi e nei tanti cambiamenti subiti in oltre 700 anni di vita.

Il testo è stato presentato ufficialmente dall’autrice e dall’editore, insieme al parroco Don Enrico Bini e a Francesca Fedeli della ditta Fedeli Restauri di Firenze, che ha riportato alla luce gli affreschi della chiesa. Il testo prevede una prima parte introduttiva (in cui si narra la storia della chiesa, fino ai giorni nostri), seguita poi da una seconda parte più dettagliata con le schede illustrative delle opere. Gioielli di straordinaria bellezza, firmati da Filippo Lippi, Iacopo di Cione, Benedetto da Maiano, Paolo degli Organi, Niccolò Latini e Santi di Tito.

“Da tempo c’era il desiderio di far conoscere questa chiesa ad un pubblico più ampio, anche turistico – ha commentato Don Bini -. L’ultima guida a disposizione risaliva a circa 20 anni fa: era necessario dunque lavorare ad un nuovo strumento divulgativo. Questo libro ha due caratteristiche: la precisione storico-artistica e il rigore scientifico nel descrivere i capolavori, da una parte; la capacità di rivolgersi a tutti, grazie ad un linguaggio semplice e accessibile, dall’altra. Credo che per molti pratesi sarà una vera sorpresa. Ad ogni modo, questo progetto rappresenta un segno tangibile della vitalità della nostra comunità cristiana”. “Questo libro vuole davvero mettere in luce tanti aspetti – ha aggiunto Barni -. Nel testo, che è una sorta di tour alla scoperta della chiesa, sono presenti passaggi dettagliati anche sugli ambienti conventuali, sul chiostro e sull’Oratorio di Sant’Orsola. Abbiamo scelto anche di dare spazio alle opere presenti in canonica o non immediatamente visibili, come la Madonna addolorata di Vincenzo Meucci”.

Si tratta dunque di un lavoro di ricerca importante, che arriva dopo un massiccio intervento di recupero e restauro portato avanti, negli anni scorsi, dalla ditta Fedeli. Le operazioni hanno riguardato sia gli apparati lapidei che il coro ligneo. I cantieri hanno permesso di scoprire e riportare alla luce gli affreschi di Matteo Bertini del 1822, nascosti da uno strato di intonaco bianco. Ad oggi sono stati ripristinate le decorazioni sulle due pareti della navata e sull’arco trionfale: il prossimo step prevede di rendere visibili quelli presenti nella parte dell’abside e di procedere poi al restauro dell’intero complesso di affreschi della chiesa.

Il volume, al costo di 18 euro, sarà disponibile nella parrocchia dello Spirito Santo, oltre che nei punti bookshop del Museo dell’Opera del Duomo e di Palazzo Pretorio. Venerdì 14 dicembre, alle 21, sempre nella chiesa dello Spirito Santo, è in programma la presentazione pubblica del testo, alla presenza anche del soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, Marco Ciatti e del direttore dei Musei Diocesani di Prato, Claudio Cerretelli. “Questo progetto è un modo per comunicare la vitalità, l’attezione e l’amore per la conservazione di una chiesa che ha un passato straordinario – ha concluso Claudio Martini -. Siamo andati a scavare negli archivi e sono venute fuori moltissime cose. E’ un tentativo di far conoscere e valorizzare la bellezza della nostra città, che troppe volte dimentichiamo di avere a portata di mano”.

La chiesa sarà aperta e visitabile sabato 15 e domenica 16 dicembre, nei seguenti orari: sabato 15, dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18; domenica 16, dalle 9 alle 11 e dalle 14.30 alle 17.

CHIESA DELLO SPIRITO SANTO: UN PO’ DI STORIA – In origine dedicata alla Santissima Annunziata, la chiesa dello Spirito Santo fu edificata sull’odierna via Silvestri nel 1335 circa, dall’ordine mendicante dei Servi di Maria. La piccola comunità conventuale era figlia del noto convento fiorentino della SS. Annunziata.

La presenza dei Servi di Maria rimase costante fino al 1783, quando a causa delle soppressioni religiose messe in atto dall’allora vescovo di Pistoia e Prato Scipione de’ Ricci, l’antica chiesa conventuale venne trasformata in parrocchia e prese il titolo di “Chiesa dello Spirito Santo”.

L’edificio religioso che oggi possiamo ammirare testimonia numerosi cambiamenti, avvenuti nel corso di circa sette secoli di storia. All’interno, la pianta rettangolare con tetto a capriate è scandita da quattro altari laterali in pietra, tutti risalenti al Seicento, i quali ospitano importanti opere: partendo da destra, ammiriamo la tavola con la Presentazione al Tempio, eseguita da Filippo Lippi e dalla sua bottega; nel secondo altare troviamo Sant’Anna Metterza tra i Santi Rocco e Jacopo (1530 ca.), legata alle mani di Ridolfo del Ghirlandaio e Michele Tosini. Sulla parete opposta possiamo ammirare la Visitazione di Niccolò Latini (1584) e la Madonna con Bambino tra i Santi Biagio e Giovanni Battista (1560 ca.), attribuita a Paolo degli Organi. Sull’altare maggiore campeggia la scena della Pentecoste, opera di Santi di Tito del 1598. Tranne la Presentazione al Tempio, le altre opere poste sugli altari provengono da chiese e oratori di compagnie e confraternite pratesi, chiuse a seguito delle soppressioni ricciane.

Nella chiesa sono presenti anche alcune opere di alto artigianato artistico: dalle panche in noce della fine del Cinquecento poste nel coro, opera di fra Raffello Chiari (1598), fino all’elegante cantoria settecentesca, in legno intagliato e dipinto di bianco e azzurro, in controfacciata. Del periodo conventuale si conserva il bel chiostro rinascimentale, come pure la preziosa sacrestia.
Nell’odierno complesso della parrocchia dello Spirito Santo si inserisce anche l’Oratorio seicentesco della Confraternita di Sant’Orsola. L’edificio, contiguo al convento, venne progettato su probabile disegno di Gherardo Mechini, architetto e ingegnere granducale: terminata nel 1644, la struttura presenta una semplice facciata a capanna, dal bel portale in arenaria con timpano spezzato, nel quale è posto il sole raggiato.

Foto a cura di Alessandro Fioretti. 

 

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