16 Gennaio 2019

Il CAI protagonista della scoperta turistica della Val di Bisenzio: stasera un incontro in provincia


Sono alcuni giovani e intraprendenti iscritti del Club Alpino di Firenze e – prima di tutti – uno straordinario personaggio come Emilio Bertini, fondatore del CAI di Prato, i grandi promoter della svolta turistica della Val di Bisenzio tra Ottocento e Novecento. La fase epica delle vacanze in Vallata verrà raccontata stasera mercoledì 16 gennaio, alle 21,15, nella Sala Ovale di Palazzo Buonamici (via Ricasoli 17) nel corso di una presentazione speciale del volume “Antiche villeggiature, Val di Bisenzio e Montepiano tra Ottocento e Novecento”. L’iniziativa è promossa dal Club alpino italiano, sezione Emilio Bertini con la Fondazione CDSE (Centro di documentazione storico etnografica). La pubblicazione è opera di Annalisa Marchi, Alessia Cecconi, Luisa Ciardi e Cinzia Bartolozzi che – con i contributi di Giovanni Ravalli e Silvia Botarelli – hanno condotto una ricerca accurata anche nel ricco Archivio storico del Club Alpino pratese.

La svolta turistica della Vallata e di Montepiano è legata all’affermazione della nuova cultura della villeggiatura di fine Ottocento. Sono tre giovani della sezione fiorentina del Club Alpino italiano: Michele Gemmi, Giuseppe Ricci e Luigi Alessandri i promotori della stagione d’oro dell’Alta Valle. A far da pioniere alla svolta turistica è però Emilio Bertini, insegnante del Cicognini, che, con la sua instancabile attività, fa conoscere e amare la Val di Bisenzio di cui pubblica una guida che resta ancora oggi una sorta di pietra miliare. “Con l’arrivo dei villeggianti comparvero locande, trattorie e i primi affittacamere e furono pubblicate guide con itinerari e indicazioni – raccontano le autrici – Per i decenni a venire la Val di Bisenzio avrebbe richiamato italiani e stranieri, letterati ed artisti, industriali e scienziati, personaggi che spesso lasciarono nei loro scritti pubblici e privati ricordi e tracce affascinanti della loro villeggiatura. Montepiano, che si arricchì di ville e villini e ospitò anche numerose colonie terapeutiche”.

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