15 Febbraio 2019

Rivende su E-Bay le merci rubate in azienda, arrestato operaio infedele: in cantina aveva prodotti per 76.000 euro FOTO


Faceva concorrenza sleale ai suoi datori di lavoro vendendo su E-Bay a prezzi dimezzati i prodotti che trafugava o “clonava” in azienda. Il dipendente infedele, un 35enne operaio specializzato dell’azienda Formula S.A.S., è stato arrestato ed è ora ai domiciliari per ricettazione aggravata dai carabinieri, che a seguito della denuncia sporta dal titolare, hanno avviato immediatamente le indagini riuscendo in 24 ore ad individuare il responsabile. Il proprietario dell’azienda, che ha sede in via Erbosa e produce ed esporta in tutta Europa componenti tecnologiche per mountain bike, si è insospettito quando ha visto in vendita su e-bay alcuni prodotti molto simili a quelli fabbricati da Formula. Ha così deciso di acquistare on line, a nome di una terza persona, una forcella per mountain bike, scoprendo quando ha ricevuto la consegna, che si trattava proprio del materiale di sua produzione. E’ così scattata la denuncia ai carabinieri che hanno tenuto d’occhio i possibili ricettatori, fra cui il 35enne. Quando questi ha aperto la cantina, non è sfuggita all’occhio dei militari appostati la presenza di alcuni scatoloni con il logo della ditta. E’ così scattata la perquisizione che ha consentito di recuperare 61 forcelle per mountain bike ad alte prestazioni, rispetto alle 120 di cui era stato denunciato il furto. Buona parte dei pezzi presenti in cantina, ossia 42 forcelle, sono risultate “clonate”: riportavano cioè lo stesso numero di codice seriale di forcelle gemelle già commercializzate. Oltre a queste l’operaio aveva in cantina 95 coppie di freni T-racing per mountain bike e 242 accessori vari, per un valore complessivo di 76.500 euro.
I carabinieri hanno appurato che le forcelle, che hanno un valore di mercato di 1.000 euro l’una, venivano vendute ad un prezzo dimezzato sul sito di commercio elettronico E-Bay. Il materiale veniva spedito via corriere in tutta Italia, mentre i pagamenti giungevano su due poste pay. Nei soli mesi di gennaio e febbraio, i carabinieri hanno documentato 10 vendite di questo tipo. Le indagini proseguono per accertare eventuali complicità e per identificare gli acquirenti della merce, i quali rischiano anch’essi la denuncia per ricettazione o per incauto acquisto.

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