8 Aprile 2019

Abusi su minore, i legali della 31enne chiedono la revoca dei domiciliari: “Deve seguire il neonato e andare dallo psichiatra”


E’ durata due ore l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovranno decidere se revocare gli arresti domiciliari alla donna di 31 anni accusata di violenza sessuale per induzione su un ragazzo, oggi quindicenne, anni a cui dava ripetizioni d’inglese. Dalla relazione è nato un bambino nell’agosto scorso. All’udienza ha preso parte anche la 31enne, di professione operatrice sociosanitaria, sposata e madre anche di un altro bimbo avuto dal marito. In una dichiarazione spontanea resa ai giudici del Riesame, la giovane ha proclamato la sua buona fede nella relazione con l’adolescente e ha spiegato di sentire il bisogno di intraprendere un percorso di cura con un medico psichiatra. Anche i suoi avvocati difensori hanno motivato la richiesta di revoca degli arresti facendo riferimento alla necessità dell’assistita di seguire un percorso terapeutico nonchè di accudire il figlio neonato anche all’esterno dell’abitazione. “La nostra assistita ha iniziato un percorso da un esperto che la deve affiancare, uno psichiatra – hanno spiegato i due legali -, inoltre ha necessità di seguire il figlio più piccolo che ha pochi mesi, in modo completo, non solo in casa ma anche all’esterno”. Gli avvocati Nistri e Alfano hanno anche riferito di aver consegnato ai giudici una lista già pronta di appuntamenti da uno specialista. La donna ha raggiunto l’aula attraverso ingressi secondari, dai quali al termine è stata fatta anche uscire. I giudici si sono riservati la decisione.

Gli avvocati della donna hanno affermato che la 31enne non ha più avuto contatti con l’adolescente da quando ha saputo di essere indagata e che il marito ha lasciato provvisoriamente la casa di famiglia, su suggerimento di alcuni esperti e in accordo con la consorte, per rispettare il desiderio di quest’ultima di riflettere con calma su quanto è successo. Riguardo al marito, hanno aggiunto gli stessi legali, “egli sostiene la moglie perché c’è amore, sentimento e quant’altro, ma nello stesso tempo disapprova quanto emerge dalla realtà processuale, anche per questo quindi è consigliabile una separazione momentanea”. Anche l’uomo è indagato nella vicenda: gli viene contestato il reato di alterazione di stato, con riferimento alla falsa dichiarazione di paternità per il bimbo che la moglie ha avuto dal ragazzo. Sempre rispondendo ai giornalisti, i difensori hanno precisato che risulterebbero visite in internet, da parte della stessa indagata “a tre siti pornografici, ma non pedopornografici, e nei disclamer di quei tre siti è indicato che gli attori sono tutti maggiorenni”.

 

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