15 Maggio 2019

La lettera di saluto del nuovo Vescovo Giovanni ai pratesi VIDEO


Per salutare e presentarsi ai pratesi mons. Giovanni Nerbini ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti e i fedeli della Diocesi, che riportiamo qui sotto per intero.

 

Carissimi,
fin dal momento in cui mi è stata trasmessa la nomina a Vescovo di Prato da parte del Santo Padre, ho sentito il bisogno di rimettermi totalmente nelle mani del Signore misurando la sproporzione tra la responsabilità affidatami e la pochezza della mia persona, ma anche quello di accogliere con fiducia il dono che mi veniva elargito. Ho iniziato da subito a pregare per questa nostra Chiesa che, per ora, ho conosciuto e apprezzato solo attraverso la figura del Vescovo Franco, al quale già mi sento legato da fraterna amicizia e che ringrazio per quanto ha fatto in questi anni di servizio pastorale.

Rivolgo un particolare saluto ai fanciulli, agli adolescenti ed ai giovani ed al mondo della scuola che mi è particolarmente caro dal momento che mi ricorda una larga parte della mia esperienza professionale e di vita e nel quale mi trovo sempre a mio agio, come a casa. Un pensiero grato e affettuoso a tutte le famiglie. Penso con particolare affetto alle persone che soffrono per la malattia, per la solitudine, per la povertà, come pure a quanti sono, a motivo della crisi economica, senza lavoro.

Sono tante le sfide che ci stanno di fronte e ci interpellano. Credo che, e da parte mia farò quello che è in mio potere, potremo fare molto lavorando insieme, mettendo a frutto le tante risorse e competenze che il mondo laicale e associativo particolarmente numeroso offre, e avvalendoci della collaborazione e della preghiera dei religiosi e delle religiose.

Un saluto deferente a tutte le autorità civili e a quanti a vario titolo ed in differenti modi lavorano per il bene della comunità civile con l’impegno, da parte mia, ad un dialogo franco e cordiale ed una fattiva collaborazione.
Infine mi rivolgo a voi sacerdoti con il desiderio di costruire con tutti un rapporto di amicizia e di comunione autentica, indispensabili non solo per un lavoro pastorale efficace ma soprattutto per una testimonianza autentica e credibile dell’amore che ci viene da Dio.

Chiedo l’intercessione dei santi Stefano, Lorenzo e Caterina de’ Ricci ed affido tutti noi alla protezione amorevole della Madonna del Sacro Cingolo.
In attesa di incontrarvi vi saluto con affetto e vi benedico tutti.
Rignano sull’Arno, 14.05.2019
San Mattia Apostolo

Don Giovanni Nerbini

Sotto le prime parole di mons. Giovanni Nerbini da vescovo di Prato

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
4 anni fa

Carissimo Don Giovanni sono contento di questa tua lettera che rivolgi a noi anche se ancora non hai fatto il tuo ingresso in Diocesi perchè attualmente sei sempre Vicario a Fiesole così come fu per il Vescovo Emerito Monsignor Gastone Simoni prima di ricevere la nomina a vescovo il 7 Dicembre 1991 e poi la consacrazione il giorno della festa dell’Epifania l’anno successivo da un grande santo ovvero San Giovanni Paolo II che consacrò il nostro attuale vescovo sempre lo stesso giorno ma dieci anni dopo nel 2002. Prato è una città che ha sempre lavorato ed è piena di valori, opere d’arte, fede, spiritualità, accoglienza, cultura tutte cose che non sono andate perse ma vanno alimentate ed è anche una città che ha visto passare vari pontefici: Urbnao II nel 1095, Alessandro V nel 1409 e 10, Eugenio IV nel 1439, Pio VII nel 1815, il Beato Pio VI nel 1846 e 57 in cui ammirò il “Seminario Vescovile” perchè conteneva più seminaristi di quasi tutta Italia per poi arrivare a San Giovanni Paolo II il 19 Marzo 1986 e Papa Francesco il 10 Novembre 2015 ma anche il Papa Emerito Benedetto XVI all’Angelus tenuto il 1 Marzo 2009 lanciò un pensiero e una preghiera a Prato inerente la crisi lavorativa perchè il giorno prima c’era stata la manifestazione in Piazza Mercatale nel centro della città con uno striscione lungo che portava questa scritta: “Prato Non Deve Chiudere”. Attualmente il seminario presenta ben otto seminaristi e forse a breve ne avremo uno nuovo ma bisogna pregare per le vocazioni e fare in modo che non manchino gli operai nella messe del Signore come ci ricorda questa Parabola narrata da Gesù e scritta dagli evangelisti Matteo e Luca. Aspettiamo il giorno in cui farai ingresso da noi accogliendoti come uno fratello e iniziamo da subito visto che le sfide da affrontare sono tante ma se piantiamo bene il seme porterà i suoi buoni frutti. Possa il Signore benedirti per quanto hai fatto fino ad ora e per quanto farai da vescovo