«Riapriamo il Museo di San Domenico» al via la raccolta fondi per la riapertura


Nuovo passo verso la riapertura del Museo di San Domenico. E questa volta la Diocesi si rivolge direttamente ai pratesi e a tutti gli amanti dell’arte chiedendo di partecipare alla campagna di raccolta fondi lanciata sulla piattaforma digitale Eppela. Si tratta di un progetto di crowdfunding (finanziamento collettivo) al quale chiunque può partecipare attraverso una sottoscrizione online collegandosi alla pagina web https://www.eppela.com/it/projects/22899-riapriamo-il-museo-di-san-domenico 

L’obiettivo è quello di raggiungere 6mila euro, cifra con la quale verranno acquistati degli espositori e delle teche per conservare e mostrare le tante opere di arte sacra, sia di proprietà della Diocesi sia messe a disposizione da collezionisti privati, che attualmente nessuno può vedere. «Si tratta di pregiati calici, pissidi, reliquiari che vanno dal Duecento all’Ottocento, oltre a splendidi tessuti sacri ricamati. Opere che in alcuni casi sono state esposte a Washington, a Rio de Janeiro, a Venaria e che sono destinate alla Diocesi se riusciremo ad aprire il museo» afferma il vice direttore dell’ufficio diocesano per i beni culturali Claudio Cerretelli.

È possibile contribuire alla raccolta fondi anche con piccole donazioni: gli importi vanno dai 5 euro fino ai mille euro. «Abbiamo scelto la formula “tutto o niente” – spiega il presidente di Pratocultura e segretario di Curia, Gabriele Bresci – quindi se non riusciamo a ottenere i 6mila euro i vari contributi saranno restituiti ai donatori. L’acquisto di teche appropriate è un primo tassello necessario per la riapertura dei bellissimi spazi di San Domenico ormai chiusi da tempo». Il raggiungimento dell’obiettivo prefisso da questa campagna fondi sarà dunque il punto di partenza per il rilancio di uno dei luoghi più importanti e significativi del centro e della città di Prato.

Grazie anche al tam tam sui social, il primo obiettivo di raccolta fondi è vicino ad essere raggiunto: nei primi quattro giorni della campagna, partita giovedì 9 maggio, i pratesi hanno già offerto oltre 4.300 euro. La raccolta andrà avanti per 40 giorni, fino al 18 giugno e se proseguirà con questi risultati, si darà nuovi obiettivi, per far fronte ad altre necessità del museo, come ad esempio l’allestimento didattico delle sinopie di Paolo Uccello e il completamento della sezione archeologica che custodisce lo straordinario complesso di ceramiche trecentesche, testimonianza del passato medievale di Prato, deposte nella volta del coro e per questo conservate nella loro integrità per secoli, fino al ritrovamento negli anni Novanta del Novecento.

I sottoscrittori – oltre alla soddisfazione per aver contribuito alla riapertura del museo, che è chiuso dal 2012 – riceveranno anche delle piccole ricompense: «Si va dalla cartolina regalo per chi dona 5 euro, ad altri riconoscimenti: guide tascabili, libri e visite esclusive al complesso monumentale di San Domenico, fino alla scrittura del proprio nome tra quelli dei finanziatori in una lista affissa sulla scalinata che porta alle sale del museo per chi dona almeno 200 euro», annuncia Arianna Pierattoni di Artemia, associazione partner del progetto.

La Diocesi di Prato, negli ultimi anni, ha ristrutturato gli ambienti del museo con la volontà di riaprirlo e ha mantenuto attivi alcuni spazi ospitando mostre di arte contemporanea: molto quindi è già stato fatto, manca davvero poco, ma quel poco che manca rischia di rimandare l’apertura ancora di diversi anni. «Già troppi turisti si sono spinti fino al Museo con la speranza di visitarlo e hanno trovato chiuso – è scritto nella pagina della piattaforma eppela che promuove la raccolta fondi -. È arrivato il momento di darsi una mossa, anche con un piccolo contributo, per questo vogliamo invitarti ad essere protagonista di un’azione di gruppo che può cambiare la città. A ringraziarti non sarà solo la Diocesi, ma tutta la città di Prato».

«Abbiamo pensato di lanciare un crowdfunding attraverso Eppela per coinvolgere i pratesi in questa impresa – spiega ancora Bresci – e poi perché anche la Diocesi ha partecipato al corso promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Prato in collaborazione proprio con Eppela per aiutare gli enti e le istituzioni cittadine a sfruttare questo utilissimo servizio». «La scelta di tentare il crowdfunding a Prato – ha spiegato in qualità di consigliere della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato Claudio Cerretelli – è stata suggerita dalla stessa Fondazione, la cui capacità di intervento per finanziamenti in ambito culturale negli ultimi dieci anni si è ridotta a un terzo. Trovare nuove strade per valorizzare il patrimonio artistico cittadino diventa dunque importante».

Bartoletti, Bresci, Pierattoni e Cerretelli

Un po’ di storia. Già nel 1974 gli spazi dell’ex convento di San Domenico sono diventanti una sede espositiva ospitando una vera eccellenza: il Museo di Pittura Murale, la prima struttura italiana nata per conservare e mostrare al pubblico gli affreschi staccati e le  sinopie. «In un’epoca in cui queste testimonianze artistiche venivano spesso dimenticate in qualche magazzino, a Prato si fece la saggia scelta di creare per loro un museo: quelle opere d’arte furono viste e amate da tanti visitatori, pratesi e non», afferma Arianna Pierattoni. Col tempo è nata l’idea di aprire in questi ambienti il Museo diocesano di Arte Sacra. Il progetto non è mai partito e nel 2012 per vari motivi, compresi quelli economici, il museo è stato chiuso e da allora non è più visitabile. Nel frattempo il patrimonio artistico della Diocesi è cresciuto e la volontà di dar vita a questa realtà museale non è venuta  meno. Negli ultimi anni sono stati restaurati vari ambienti e la riapertura sembra essere ormai alla portata. «Un Museo del genere andrebbe ad arricchire l’intera città – conclude Bresci – e riqualificherebbe una zona del centro che ne ha profondamente bisogno».

 Per informazioni sulla campagna «Riapriamo il Museo di San Domenico» si può contattare l’associazione Artemia: info@artemiaprato.it; 340-5101749.

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Carlo
Carlo
4 anni fa

Magari non sono stati solo i Pratesi a fare le donazioni ma più in generale persone appassionate di Cultura e di Arte.