1 Giugno 2019

Anche l’ordine degli architetti di Prato firma il nuovo ricorso al Tar contro l’ampliamento di Peretola


Ci sarà anche l’ordine degli architetti della provincia di Prato fra i firmatari del nuovo ricorso al Tar della Toscana per impugnare il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha approvato il masterplan del nuovo aeroporto di Firenze. La decisione, presa all’unanimità dal consiglio dell’ordine, va nella direzione di continuare a portare avanti ogni strada possibile per scongiurare la realizzazione del nuovo scalo fiorentino. E fa seguito ai due precedenti ricorsi al Tar, entrambi vinti: il primo contro il Pit della Regione, il secondo avverso alla procedura di Via. “Come ordine degli architetti – spiegano i membri del consiglio – seguiamo il principio di portare avanti qualsiasi tipo di opposizione al nuovo aeroporto di Peretola. Un percorso che ci vede pronti a dare battaglia in ogni sede: politica, istituzionale e davanti alla giustizia amministrativa. Noi riteniamo che l’opera in quella posizione sia sbagliata, che rappresenti un danno per il territorio e per la salute dei cittadini. Tra l’altro, spostando l’attenzione da quello che è il vero tema: i collegamenti fra Firenze, Pisa e tutta la Toscana”.

Il terzo ricorso al Tar della Toscana firmato dall’ordine degli architetti della provincia di Prato arriva pochi giorni dopo la sentenza che ha annullato il decreto di Via sulla nuova pista di Peretola. E che a questo punto fa venire meno anche la validità dell’accordo al Mit derivante dall’intesa fra Stato-Regioni. “I giudici amministrativi hanno rilevato principalmente tre carenze – proseguono dal consiglio dell’ordine degli architetti – legate alla sola presentazione di un masterplan e non di un progetto definitivo, all’eccessivo numero di prescrizioni presenti nel decreto di Via e al ruolo e alla composizione dell’Osservatorio Ambientale che doveva pronunciarsi sull’ottemperanza delle prescrizioni. Tutto questo senza dimenticare che siamo di fronte a una scelta strategicamente sbagliata: quella di realizzare un aeroporto stretto fra un monte e un’autostrada. Un’infrastruttura che va in contrasto col progetto del parco della Piana e che rischia di vanificare il percorso di sviluppo ambientale del nostro territorio”.

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