28 Settembre 2019

L’impatto degli ISA sul distretto pratese. Giusti (Confartigianato): “Penalizzate le aziende tessili più strutturate”


Gli Isa  (Indici sintetici di affidabilità) stanno mettendo in difficoltà le imprese e, nel nostro distretto, a riscontrare le maggiori difficoltà sono proprio le aziende del settore tessile. “E in particolare quelle più strutturate, con un maggior numero di dipendenti e orientate agli investimenti su Impresa 4.0 – spiega il presidente di Confartigianato Imprese Prato, Luca Giusti – Aziende che fino allo scorso anno sono risultate perfettamente congrue e coerenti in base agli studi di settore. Per contro ci sono altri settori e categorie che totalizzano punteggi altissimi. Appare evidente che qualcosa va aggiustato”.

Parole, quelle di Giusti, che prendono spunto dai dati relativi alle decine di migliaia di aziende facenti capo al sistema Confartigianato, di cui circa 2mila della Provincia di Prato. “Un osservatorio importante quindi – dice Giusti – che le autorità fiscali dovrebbero sempre considerare con attenzione. Gli Isa rappresentano infatti una grande occasione per superare uno strumento di accertamento fiscale obsoleto come gli studi di settore, ma è mancata una fase di sperimentazione e la necessaria comunicazione istituzionale che avrebbe permesso di comprendere meglio il nuovo strumento, senza contare i ritardi delle circolari esplicative e dei software operativi”.

Confartigianato, insieme a Rete Imprese Italia, ha recentemente chiesto la convocazione della Commissione degli esperti preposta a esprimere il proprio parere sull’idoneità degli Isa, con l’obiettivo di esaminare le criticità emerse e realizzare un rapido e complessivo miglioramento del sistema. “Per il momento – precisa Giusti – i nostri esperti stanno utilizzando le note aggiuntive che è possibile apportare per le aziende con punteggio basso: queste rappresenteranno poi la documentazione dei riscontri oggettivi della maggiori incongruenze da far valere al tavolo da noi richiesto al Ministero”.

Intanto un record, purtroppo negativo, è stato raggiunto. “Con l’ultimo invio previsto per il 3 dicembre prossimo, il 2019 verrà ricordato come l’anno delle dichiarazioni dei redditi più ‘lunghe’ della storia in Italia”, chiosa Giusti.

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