5 Giugno 2020

L’80% di bar e ristoranti riaperti ha dimezzato il fatturato: l’analisi di Confesercenti Prato


“La continuità economica delle aziende della somministrazione è a rischio, ci sono tante imprese che rischiano chiusura definitiva”. A lanciare l’allarme è Renzo Bellandi presidente Fiepet Confesercenti Prato, l’associazione di categoria che riunisce ristoranti, bar e altre imprese della somministrazione. “Quasi l’80% dei bar e ristoranti che hanno riaperto vede il fatturato più che dimezzato. Oltre un imprenditore su tre teme di non farcela e non esclude la possibilità di cessare l’attività nel prossimo futuro, anche perché schiacciato tra l’aumento dei costi di gestione e il rallentamento inesorabile dei consumi, figlio anche di un clima di incertezza che rende invisibili, agli occhi dei consumatori, l’impegno con cui gli operatori della somministrazione hanno applicato le misure di sicurezza, anche a grande costo”.

Il tutto praticamente da soli, affermano i piccoli imprenditori, perché i sostegni fino ad ora non sono riusciti a cambiare la situazione, anche a causa di ritardi e inefficienze che hanno reso di fatto non pervenuti gli strumenti messi in campo per arginare la crisi. “È necessario fare di più” – chiosa Bellandi. In particolare Fiepet richiama ancora le amministrazioni comunali ad una cancellazione dalla TARI per il periodo di chiusura delle attività (provvedimento bocciato dalla maggioranza in occasione della penultima seduta del consiglio comunale) e ad una forte riduzione per i mesi iniziali della riapertura, con un intervento nei confronti dei gestori delle utilities, in particolare a quella a compartecipazione pubblica nei settori della luce, gas ed acqua per un abbattimento delle tariffe ed una rateizzazione lunga per gli insoluti che si sono verificati in questi mesi. Inoltre l’associazione chiede di prolungare la gratuità dei parcheggi fino all’inizio dell’inverno, di sburocratizzare le procedure per l’occupazione del suolo pubblico, e di istituire un fondo per dare contributi sull’affitto dei locali, come ha già fatto il comune di Poggio a Caiano.

“I nostri imprenditori si confrontano anche con il lockdown psicologico delle persone e una ripresa più difficoltosa di quel che si può pensare. C’è l’entusiasmo di uscire dalle restrizioni – aggiunge Bellandi – ma ci devono essere i fatti e la propensione dei cittadini a frequentare i locali pubblici in modo responsabile e senza paura. In queste prime due settimane di ripartenza quella dei bar è stata una ripartenza meno difficile, anche per la tipologia di servizio, mentre per i ristoranti è stata molto più timida, molto sottotono. È comunque normale perché la gente deve riacquistare fiducia e speriamo che la riacquistano velocemente. Con la fase 2 gli incassi sono ridotti al lumicino o azzerati. Le città non sono ancora quelle di prima – continua Bellandi -. Noi abbiamo fatto la nostra parte, abbiamo detto ai nostri associati di seguire le indicazioni, tutte le norme di sicurezza e di avere fiducia nelle istituzioni dalle quali ci attendiamo delle misure economiche importanti che ci possono permettere di superare questo periodo così difficile. In definitiva dopo questo momento di assestamento, abbiamo fiducia che i clienti possano tornare a sedersi ai nostri tavoli per una colazione, un aperitivo, un pranzo o una cena in tranquillità e che le istituzioni facciano la loro parte”, conclude Renzo Bellandi.

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