L’appello del vescovo ai pratesi: “La Chiesa c’è, lavoriamo insieme per costruire il puzzle della città futura”. In 800 alla messa in piazza Duomo per il Corpus Domini FOTO e VIDEO


«La Chiesa pratese c’è: le nostre porte sono aperte e i nostri tavoli sono disponibili, nella libertà e nella distinzione dei ruoli. Questa città che ha le risorse per ripartire e ripartire prima degli altri, come è stato scritto bene, deve fare uno scatto adesso, immaginando il proprio futuro». È un vero e proprio appello a Prato quello lanciato dal vescovo Giovanni Nerbini nell’omelia della messa del Corpus Domini celebrata questa sera in piazza Duomo.

«È essenziale riprendere in mano singolarmente e comunitariamente il nostro destino superando comode deleghe per metterci insieme intorno ad un tavolo o a più di uno, e comporre il puzzle della nostra città futura che riguarda tutti», ha aggiunto Nerbini.

In ottocento hanno risposto all’iniziativa della Diocesi, seduti e in piedi, all’aperto, davanti al sagrato della cattedrale, hanno partecipato nel rispetto delle norme di sicurezza alla solennità che ricorda la presenza reale di Cristo nell’Eucarestia. E in questa occasione, il primo grande raduno diocesano dopo la fine della sospensione delle celebrazioni liturgiche alla presenza del popolo, il Vescovo ha voluto mandare un messaggio di unità e di azione alla città. Durante questa emergenza sanitaria «è emersa una parola che indica l’atteggiamento virtuoso fondamentale da adottare: insieme. Possiamo insieme leggere la realtà, insieme farci carico dei problemi di tutti e di ciascuno, insieme maturare convinzioni e decisioni da prendere». Secondo monsignor Nerbini in questo percorso c’è bisogno di tutti: «la politica in primis, le istituzioni pubbliche, di tutti i credenti, le associazioni di categoria, la scuola, l’università, la ricerca, il mondo della cultura e dell’arte, dello sport, i giovani». La crisi che la città si trova a dover affrontare è «sociale, culturale, esistenziale, valoriale che ci ha mostrato come i nostri modelli di vita vadano facilmente in frantumi». Poi il Vescovo si è chiesto: «ci può essere un progetto la cui realizzazione prescinda dalla collaborazioni delle comunità straniere, a cominciare da quella cinese, che vivono ed operano in mezzo a noi e tuttora camminano parallelamente al ceppo principale?».

Nerbini ha invitato la comunità pratese ad ampliare l’intervento rivolto ai singoli e alle famiglie, «perché a nessuno manchi il necessario per vivere». A questo proposito il Presule ha sottolineato l’istituzione, da parte della Diocesi, del fondo del Buon Samaritano, una iniziativa solidale pensata per dare un contributo economico (fino a 1500 euro) a quelle famiglie colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia. «Chiedo a ogni cristiano pratese di fare la sua parte», ha aggiunto il Vescovo invitando a dare un contributo per incrementare il fondo (che parte da una base di 150mila euro). «La crisi è davvero devastante», ha detto ancora Nerbini e poi ha affermato: «Non potremo fare molto se chi più ha non si farà carico del problema, rinunciando, a cominciare da me, a una parte del reddito sicuro, del proprio stipendio fisso ma anche del nostro tempo e competenze, per sostenere chi si ritrova nulla in mano». La volontà della Diocesi, espressa dal Vescovo, è quella di difendere i più deboli dalle nuove povertà e da rischi gravi come quello dell’usura: «possiamo raccogliere le diverse energie per incrementare i servizi di prevenzione, penso in particolare a quello promosso dalla Misericordia di Prato. In questo momento stare dalla parte dei più poveri è il vero modo per stare dalla parte della nostra città».

Ecco un estratto dell’omelia tenuta dal vescovo Nerbini.

Alla messa del Corpus Domini era presente l’Amministrazione comunale in forma solenne, rappresentata dal vice sindaco Luigi Biancalani, dal presidente del Consiglio comunale Gabriele Alberti e da membri di giunta. Nelle prime file anche il presidente della Provincia Francesco Puggelli le autorità cittadine. Come detto in piazza Duomo c’erano circa ottocento fedeli. Tra loro i rappresentanti dei movimenti e delle associazioni cattoliche: i confratelli e le consorelle della Misericordia vestiti con la cappa nera, i Cavalieri del Santo Sepolcro e quelli del Sacro Cingolo, gli scout Agesci, l’Azione Cattolica, i terziari Carmelitani e Francescani e tanti altri appartenenti ai gruppi della comunità ecclesiale di Prato. Solitamente in occasione di questa ricorrenza viene organizzata una processione per le vie del centro cittadino. Ma al tempo del coronavirus questo tipo di iniziative non possono essere promosse perché vige ancora il divieto di assembramenti. Per questo la Diocesi ha pensato di celebrare una messa solenne in piazza Duomo aperta a un gran numero di fedeli, ovviamente seduti nel rispetto delle distanza di sicurezza previste dalle norme anticontagio.

Al termine della celebrazione il vescovo Nerbini è salito sul pulpito di Donatello e ha impartito dall’alto la benedizione eucaristica su tutti i presenti.

La celebrazione ha rischiato di iniziare in ritardo per colpa di un curioso fuori programma. Questo pomeriggio uno sciame di api è arrivato improvvisamente in piazza Duomo. Centinaia, se non migliaia di insetti si sono posati su una sedia ricoprendola completamente. La Curia diocesana ha dovuto chiamare degli apicoltori per catturare le api e mettere in sicurezza la piazza. L’operazione è durata diverse ore ed è terminata soltanto all’imbrunire, in tempo per l’inizio della messa.

Tutti i momenti salienti della celebrazione in piazza.

 

 

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Marco Giraldi
Marco Giraldi
3 anni fa

Per essere stata la Prima Celebrazione Eucaristica della ricorrenza del Corpus Domini celebrata da Monsignor Giovanni Nerbini insieme al Parroco della Cattedrale Don Luciano Pelagatti, al suo Viceparroco Don Gino Calamai, al Vicario Generale Monsignor Nedo Mannucci, al Rettore del Seminario Don Daniele Scaccini insieme ai rispettivi canonici del Capitolo della Cattedrale, ai rispettivi confratelli sacerdoti e ai seminaristi vediamo Piazza del Duomo gremita di circa ottocento fedeli fra cui seicento sono quelli che hanno trovato posto a sedere. Non sono mancate le istituzioni comunali rappresentate dal Vicesindaco della Città nonchè Assessore alle Politiche Sociali Luigi Biancalani, al Presidente del Consiglio Comunale Gabriele Alberti e non è mancato il Presidente della Provincia di Prato Francesco Puggelli e le rispettiva autorità cittadine. Sono rimasto soddisfatto nel vedere la presenza dei religiosi terziari carmelitani e francescani come quella dei Cavalieri del Santo Sepolcro e del Sacro Cingolo così come i volontari della Misericordia di Prato, della Sottosezione UNITALSI locale, dell’Azione Cattolica Diocesana e ovviamente non sono mancati gli Scout dell’AGESCI. Il messaggio lasciato dal Vescovo è un forte e chiaro appello lanciato a tutti i pratesi così che ciascuno di noi possa assumersi le proprie responsabilità per costruire il “Puzzle della Città” che non è altro che il futuro del domani. I primi che devono farsi carico di tutto ciò sono le istituzioni politiche per poi arrivare al mondo del lavoro, del volontariato, dello sport, della cultura, dell’arte ecc perchè la pandemia non è ancora passata anche se siamo nella Fase 2 ma dobbiamo sempre attenersi alle norme previste dal Decreto del Governo Conte anche quando si tratta di celebrare una funzione religiosa di carattere diocesano dove si prevede l’ingresso di tante persone cattoliche o meno ma bisogna sempre rispettare le varie distanze di sicurezza. Nella sua Omelia il Presule non ha dimenticato il forte appello ai giovani in quanto sono il futuro del domani come disse il giorno della sua nomina alla guida della nostra Diocesi lo scorso Mercoledì 15 Maggio ma ha fatto riferimento al Venerabile Sindaco di Firenze Giorgio La Pira(1904-77) affermando che i giovani sono come le rondini che vanno verso la primavera. Se vogliamo che tutto resti come è bisogna che ci sia un cambiamento eliminando ogni forma di disparità sociale ma farsi solidali l’uno verso l’altro vista la situazione che stiamo vivendo. Condivido a pieno l’iniziativa promossa dalla Diocesi e dalla Caritas Diocesana di istituire il “Fondo del Buon Samaritano” in riferimento alla Parabola del Buon Samaritano che tutti conosciamo così da farsi samaritani verso i bisognosi senza voltare loro le spalle ma ricordandoci delle parole di Gesù: “Va e anche tu fa lo stesso”(Lc 10,25-37) che fu il tema della XXI Giornata Mondiale del Malato celebrata Lunedì 11 Febbraio 2013 dal Papa Emerito Benedetto XVI giorno in cui disse apertamente ai confratelli cardinali e vescovi presenti che si sarebbe dimesso perchè le forze venivano meno. Seppure questa malattia sia ancora sconosciuta in campo medico come in quello della scienza dobbiamo volgere sempre di più lo sguardo verso il Crocifisso ed avvicinarsi a ricevere il Sacramento dell’Eucaristia che esso è il pane per la vita eterna e qui mi viene in mente il ritornello del Salmo Biblico 97 che dice: “Annunzierò ai fratelli la Salvezza del Signore”. Questo non significa disconoscere i progressi compiuti in campo scientifico che devono continuare ad esserci però non possiamo sostituire l’uomo a Dio perchè una volta che verrà fuori il vaccino di prevenzione al Covid 19 dobbiamo continuare a pregare e lodare Dio per quanto è stato fatto