Il distretto del tessile e abbigliamento di Prato è una delle realtà che maggiormente ha portato in evidenza i rischi connessi alla crisi in corso e alla diffusione lungo la filiera di situazioni di criticità.
A sostenerlo è il Monitor dei Distretti della Toscana, realizzato dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Lo studio ha preso in analisi i risultati di commercio internazionale del primo trimestre 2020, che permettono anche di valutare i primi effetti per settore e territorio delle misure di contenimento attuate nell’ultima parte di marzo per contrastare la diffusione del COVID-19.
Nello specifico il tessile-abbigliamento pratese ha fatto registrare un calo delle esportazioni del 5,3%.
Tra i vari comparti, solo l’abbigliamento riesce a invertire il trend negativo del 2019 e cresce sui mercati esteri del 6,7%, mentre le attività a monte della filiera mostrano andamenti negativi, soprattutto per i filati (-7,1%) e i tessuti (-11,5%) che rappresentano il comparto più rilevante come vendite all’estero. Tra i mercati di destinazione tengono le vendite nei primi due mercati la Germania (+1 milione) e la Francia (+0,4 milioni), grazie all’abbigliamento e ai filati che riescono a compensare il calo di tessuti e maglieria; segnano una flessione invece le esportazioni verso Regno Unito (-2,1 milioni), Spagna (-2,1 milioni) e Stati Uniti (-2,5 milioni).
Sempre nel territorio pratese la componente delle macchine per l’industria tessile è riuscita a confermare il valore delle vendite del primo trimestre del 2019 con oltre 17 milioni di euro (+0,5%), rafforzando la presenza nei principali mercati di riferimento come Cina, Turchia e Germania.
Per i prossimi mesi lo scenario rimane ancora molto incerto e fortemente condizionato da elementi di difficile valutazione come il rischio di una seconda ondata autunnale della pandemia o la presenza di focolai estivi importanti.