4 Agosto 2020

Ancora ritardi nell’erogazione della cassa integrazione e incertezze sul decreto estate: i consulenti del lavoro manifestano a Roma


Ancora ritardi nell’erogazione della cassa integrazione e complicazioni nella gestione di 5 diversi strumenti, oltre all’incertezza per l’annunciato decreto estate del governo, che dovrebbe rinnovare per altre 18 settimane gli ammortizzatori sociali ed estendere il blocco dei licenziamenti, dal 17 agosto, fino al prossimo 31 dicembre. È quanto sottolineano i consulenti del lavoro, che nei giorni scorsi hanno organizzato a Roma, dinanzi a Montecitorio, una manifestazione alla quale hanno partecipato un centinaio di professionisti provenienti da tutta Italia, fra cui una delegazione da Prato, con il presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro Alessandro Bensi.
Anche nella nostra città la stragrande maggioranza delle imprese ha richiesto l’attivazione della cassa integrazione per i propri dipendenti; in poche sono riuscite ad anticiparla in proprio, per le altre la palla è passata all’Inps, ma la diversità di piattaforme e modalità di gestione degli ammortizzatori sociali, i ritardi negli stanziamenti nazionali, la duplicazione di alcune autorizzazioni e la mole di richieste, ha portato a grossi ritardi nelle erogazioni.
C’è chi, tra i dipendenti soprattutto del comparto artigiano, che a Prato conta 3.000 aziende e circa 9.000 addetti, ha riscosso soltanto il mese di marzo e sta ricevendo in questi giorni la cassa integrazione di aprile. E anche per le attività con meno di 5 dipendenti, la cassa integrazione in deroga, si è fatta attendere nonostante sia stato cancellato il passaggio delle pratiche in Regione.
I problemi – sottolineano i consulenti del lavoro – riguardano anche le aziende che hanno anticipato la cassa integrazione ai lavoratori e aspettano dall’Inps un’autorizzazione veloce per compensare le somme. Altra questione che sta creando alcune difficoltà alle imprese, è l’obbligo, vigente dal 18 luglio, di estendere i contratti a termine cessati dopo quella data per un periodo corrispondente a quello per cui era stata autorizzata la cassa integrazione. Il provvedimento ha il pregio di mantenere in essere, per alcune settimane, il posto di lavoro, ma in molti casi le imprese, nello scenario post covid, non hanno più bisogno di quella posizione e spesso, per i lavoratori interessati dal provvedimento, scatta nuovamente soltanto un breve periodo di cassa integrazione.

Nel video l’intervista al presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro Alessandro Bensi.

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