21 Ottobre 2020

Gara Tpl: slitta la sentenza del Consiglio di Stato, che dispone una “superperizia” sulle due offerte. Mobit accoglie con favore l’ordinanza


Si allungano i tempi per il verdetto definitivo della giustizia amministrativa sulla gara regionale del Tpl, che da anni vede contrapposte Autolinee Toscane, a cui la Regione ha affidato per due volte la concessione, e gli attuali gestori riuniti in Mobit, che hanno impugnato le aggiudicazioni. Ieri, il Consiglio di Stato, chiamato a mettere la parola fine alla vicenda, ha emesso un’ordinanza per dare mandato a tre docenti universitari, affinchè compiano una “verificazione tecnica”.
In una relazione, da depositare entro 90 giorni, i tre professori (Lorenzo Caprio, ordinario di Finanza Aziendale all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Luca Ferrucci, ordinario di Economia e Gestione delle imprese all’Università di Perugia; Cinzia Parolini, ordinaria di Economia aziendale presso l’Università di Modena e Reggio Emilia) dovranno pronunciarsi sui nodi che potrebbero inficiare sia il piano economico finanziario di Autolinee Toscane, sia quello presentato da Mobit.

Sebbene il Tar abbia ritenuto formalmente corretto il Pef di Autolinee Toscane, il Consiglio di Stato desidera approfondire sotto “l’aspetto sostanziale”, “il piano economico del contratto di leasing per l’acquisto degli autobus”. In particolare, i giudici chiedono agli esperti di enucleare “se assolva, sotto il profilo causale, ad una funzione creditizia, di finanziamento (con il corollario che il canone non è solo corrispettivo per la locazione del bene, ma piutosto una modalità per la restituzione di un finanziamento); ovvero ad una funzione di mera locazione o noleggio”.
Nel caso in cui si accerti la natura finanziaria del leasing, sarebbe inficiato l’indice di bancabilità presentato nell’offerta di Autolinee Toscane, a vantaggio di Mobit.

Ma gli esperti dovranno pronunciarsi anche sui rilievi mossi da Autolinee Toscane al piano economico finanziario degli attuali gestori, “allo scopo di valutarne i requisiti di bancabilità, congruità e sostenibilità finanziaria in relazione al suo connotarsi con la previsione di operazioni finanziarie a breve termine ed una ‘bullet’ con rimborso al dodicesimo anno, inevitabilmente incidenti sull’indice di bancabilità”.

Nell’ordinanza del Consiglio di Stato – che ha fissato una nuova udienza l’11 marzo 2021 – viene citata, senza che su questo vi sia alcuna presa di posizione, anche la memoria con cui Mobit espone alcuni passaggi dell’inchiesta della Procura di Firenze, che ipotizza la turbativa d’asta e vede indagati, oltre all’ex presidente della Regione Enrico Rossi, anche alcuni dirigenti regionali e membri della commissione di gara.
Mobit, parte offesa nel procedimento, contesta “la violazione del principio di segretezza delle offerte e di regolarità delle operazioni di gara”.

 

La reazione di Mobit
All’indomani dell’ordinanza emessa dal Consiglio di Stato, Mobit, in una nota fa sapere di aver “accolto con favore” il provvedimento.
“Il Consiglio di Stato ha accolto le nostre istanze di approfondimento dei criteri di calcolo del debito finanziario adottati da AT nel suo piano economico finanziario – afferma il Presidente di Mobit Giuseppe Gori – e questo segna un passaggio fondamentale nel percorso giudiziario amministrativo in corso, dato che il Consiglio di Stato solleva gli stessi dubbi da noi manifestati in questi anni, ma troppo velocemente tacciati dalla Regione Toscana come motivi di mero ostruzionismo e posti a base di forzature tutt’oggi incomprensibili e, soprattutto, certamente contrarie al reale interesse pubblico”.

La fissazione della nuova udienza per l’11 marzo 2021 secondo Mobit non rappresenta pertanto un semplice rinvio, “ma una sconfessione di quanto stabilito dalla sentenza del TAR Toscana impugnata da MOBIT ed il riconoscimento della fondatezza dei nostri dubbi sulla sostenibilità del Piano Economico Finanziario di Autolinee Toscane”. Secondo gli attuali gestori, la partita della gara regionale del Trasporto Pubblico Locale su gomma è quindi più aperta che mai.
“Nel frattempo e, a maggior ragione in un periodo difficile per i cittadini come quello che stiamo vivendo a causa dell’emergenza sanitaria – scrive Mobit – è quindi indispensabile che la Regione Toscana intervenga con atti conseguenti all’Ordinanza del Consiglio di Stato che riconoscano, nel contesto dato, la prioritaria difesa dell’interesse pubblico su un servizio essenziale come quello del trasporto su gomma”.

La posizione di Autolinee Toscane

Secondo Autolinee Toscane, “Mobit presenta una lettura distorta e di parte” dell’ordinanza del Consiglio di Stato emessa ieri. “In realtà – afferma Bruno Lombardi, presidente di AT – il Collegio di esperti, nominato ieri e composto da tre docenti universitari, è chiamato a valutare correttezza e coerenza non solo del Pef di Autolinee Toscane ma di ambedue i Pef, compreso quello di Mobit”. Lo stabilisce la stessa ordinanza, a pag. 9, quando precisa che “la verificazione dovrà inoltre estendersi all’esame del Pef presentato da Mobit, allo scopo di valutarne i requisiti di bancabilità, congruità e sostenibilità finanziaria”.

La nuova udienza fissata per l’11 marzo è una conseguenza tecnica, necessaria per consentire al Collegio di esperti, cui sono stati concessi 90 giorni di tempo, di completare l’istruttoria. E non costituisce affatto, come invece afferma Mobit, un “riconoscimento alla fondatezza dei dubbi sostenuti da noi sostenuti”, né tantomeno “una sconfessione di quanto stabilito dalla sentenza del Tar”. “Sentenza, quella del Tar – scrive il gruppo facente capo ai francesi di Ratp – che resta efficace ed esecutiva: è bene ricordare che sulla sentenza del Tar il Consiglio di Stato si è pronunciato lo scorso 15 giugno respingendo la richiesta di sospensiva presentata da Mobit. Per cui l’aggiudicazione ad Autolinee Toscane resta in vigore e la verifica sui Pef non mette in discussione l’obbligo di proseguire l’attività prevista dal contratto di concessione. L’ordinanza del Consiglio di Stato del 20 ottobre si limita a disporre un supplemento di istruttoria, senza nulla aggiungere o togliere, né tantomeno sconfessare, rispetto alle valutazioni già espresse in giugno. La legislazione italiana – conclude Lombardi – prevede che le sentenze dei Tar debbano obbligatoriamente essere eseguite fino a quando non vengano sospese o annullate, il che sinora non è avvenuto. Anzi è previsto un danno erariale a carico di chi ritarda questo adempimento”.

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