1 Ottobre 2020

Omicidio via Firenze, slitta la comparsa del fermato davanti al giudice. Nuovo sopralluogo dei carabinieri nella casa del presunto omicida FOTO


È slittata l’udienza di convalida del fermo del 43enne accusato dell’omicidio di Mirko Congera e del tentato omicidio della compagna Daniela Gioitta. L’uomo, che si trova recluso nel carcere della Dogaia, non ha ancora conosciuto l’esito del tampone Covid a cui è stato sottoposto e per questo non si è riusciti a trasferirlo nell’aula del penitenziario allestita per le videoconferenze con il palazzo di Giustizia, dove era pronto ad ascoltarlo il giudice per le indagini preliminari. Finora il fermato, assistito dall’avvocato Gabriele Braschi, non ha parlato agli inquirenti.
A suo carico ci sono molti indizi di colpevolezza. Ad indicare ai primi soccorritori il nome dell’uomo, che abita a poche centinaia di metri dalla coppia aggredita, è stata Daniela Gioitta, colpita alla gola con un coltello, attorno alla mezzanotte di martedi, nella propria casa di via Firenze, subito dopo il ferimento mortale del compagno, Mirko Congera. La 42enne è stata operata d’urgenza ed è tuttora ricoverata all’ospedale di Prato, fuori pericolo.
Oggi i carabinieri sono tornati, con l’apporto della scientifica del nucleo investigativo, per un sopralluogo nell’abitazione del fermato, sottoposta a sequestro. Qui era stato rintracciato il presunto omicida, venti minuti dopo i fatti. Tracce di sangue erano state trovate sul lavandino, per terra e sui vestiti dell’uomo, che avrebbe tentato vanamente di cancellare le prove. L’uomo è stato sottoposto anche a prelievo ematico per verificare l’eventuale presenza di alcol nel sangue. La sera stessa del delitto, fra le 20 e le 20,30, i tre protagonisti della vicenda si erano visti per una bevuta. Appena 4 ore dopo, il 43enne si sarebbe poi recato nell’abitazione della coppia armato di coltello, colpendo alla gola i due conoscenti: prima Mirko Congera, con il quale erano più frequenti i rapporti, poi Daniela Gioitta, che aveva assistito all’omicidio del compagno. Una furia cieca che la donna, sentita dagli inquirenti dal suo letto di ospedale, non avrebbe saputo spiegare. Proprio il movente è il punto oscuro, che le indagini cercano di chiarire. Alcuni elementi acquisiti parlano di un piccolo debito della vittima nei confronti dell’omicida, entrambi disoccupati. Domani, oltre all’interrogatorio, è in programma anche l’autopsia sul cadavere dei Mirko Congera.

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